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Speranza e Bersani tornano a casa: la Schlein li accoglie a braccia aperte

La vecchia guardia dem è pronta a rientrare: Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza si iscriveranno al nuovo Pd firmato Elly Schlein

Speranza e Bersani tornano nel Pd: la Schlein li accoglie a braccia aperte

Il Partito democratico torna in mano alla “Ditta” ex Pci. Dopo l’ex presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti e l’ex guardasigilli, Andrea Orlando, vengono confermati i due nomi grossi del dream team firmato Elly Schlein. Da un lato Pier Luigi Bersani e dall’altro Roberto Speranza. Entrambi lasceranno Articolo 1 e si iscriveranno di nuovo al Pd, che lasciarono nel 2017 in polemica con l’ex premier Matteo Renzi. Resta aperta la questione Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna e grande sconfitto delle primarie. Ci sarà un posto per lui nella svolta radicale a sinistra imboccata da Elly Schlein?

Torna la "Ditta"

Di sicuro c’è spazio per i “compagni” fuoriusciti dal Pd. L’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, non vede l’ora di rientrare. A giorni, i compagni di Articolo 1 terranno un’assemblea per sciogliere il partito e si iscriveranno in massa online al nuovo corso Pd. Le parole di Speranza, riprese da LaStampa, suonano come un ultimatum: “Il processo è compiuto. Da qui arriva anche la convinzione degli uomini dell’ex ministro:“Elly ci offrirà un posto in segreteria”. Probabilmente il ruolo sarà affidato ad Alfredo D’Attore, già nel coordinamento della campagna per le primarie di Schlein. Pier Luigi Bersani, dal canto suo, è pronto a riprendere la tessera. E la nuova segretaria dem, Elly Schlein, li accoglie entrambi a braccia non aperte, splancate. E anche gli articolini 1, sono sistemati.

La squarda di Elly

E meno male che, come scriveva Concita De Gregorio su Repubblica il 28 febbraio scorso, Elly Schlein non aveva nulla a che fare con l’ex Pci e il post-comunismo.“Invecchia, Meloni, - scriveva la giornalista – al cospetto di una donna ancora nei suoi trent’anni che non origina dal comunismo come lei dal fascismo”. Una sentenza che, se prima faceva ridere, ora risulta ancora più surreale. I politici che arrivano o provengono dal Partito Comunista italiano e che sostengono la nuova segretaria stanno aumentando. In ordine: Pier Luigi Bersani, Andrea Orlando e Nicola Zingaretti.

Gli altri nomi forti vicini alla segretaria sono Marco Furfaro, deputato dem e in predicato come vicesegretario, Marco Sarracino, altro giovane deputato, che dovrebbe finire all’Organizzazione, Stefania Bonaldi, ex sindaca di Crema e forse prossima responsabile Enti Locali. Ai Diritti, non poteva mancare Alessandro Zan, mentre all’Economia Schlein pensa ad Antonio Misiani, attuale responsabile Economie e Finanze del Partito democratico. Rimangono da sistemare Peppe Provenzano, vicesegretario del Pd ed ex ministro per il Sud e il capo sardina Mattia Santori.

Il nodo Bonaccini

Rimane in sospeso la posizione di Stefano Bonaccini, forse troppo moderato per finire nella rosa di nomi del nuovo Pd made in Schlein. “Dobbiamo trovare il modo di tenere insieme questa esperienza” ha proposto Bonaccini ai suoi, riferendosi alla sua mozione “Energia Popolare”, uscita sconfitta alle primarie. “Il mio consenso – spiega a Cartabiancava tenuto in considerazione non per spartirtici dei posti, ma abbiamo bisogno di condividere le politiche che si faranno”. Il governatore emiliano preferirebbe un ruolo di garanzia: o la presidenza del partito o il ruolo da vice segretario.

Ora Elly Schlein dovrà sbrogliare la matassa.

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