Sprechiamo la meglio gioventù?

Laureati che partecipano a concorsi per netturbini o che pur di lavorare sono disposti a fare i camerieri, o i commessi. Le storie sulla difficoltà occupazionale dei giovani invadono le cronache e trovano conferma nei dati Almalaurea: il tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea aumenta sia per chi esce da una triennale (dal 16 al 19%), sia per chi ha conseguito la specialistica (dal 18 al 20%). Non è tutto: negli ultimi decenni si è registrato un aumento in tutta Europa di posizioni lavorative qualificate, che hanno superato il 30% della forza lavoro in paesi come l'Inghilerra. In Italia però secondo Eurostat, questo è avvenuto in maniera minore negli anni '90, e negli ultimi il fenomeno ha fatto registrare un trend negativo, che ha riportato la forza qualificata dal 19 al 18%.

Ma ci sono anche studi che delineano la scarsa educazione all'imprenditorialità dei giovani: uno sondaggio di Termometropolitico in collaborazione con La Stampa sottolinea che il 24% dei ragazzi sotto i 35 accetterebbe qualsiasi lavoro, a tempo indeterminato e privo di rischi, mentre solo il 16% preferisce fare sacrifici per una sua attività indipendente. In Italia sprechiamo davvero le risorse migliori? Abbiamo raccolto le storie di giovani dal brillante curriculum, alle prese con difficoltà lavorative, e il parere di due professionisti delle risorse umane.

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