Spunta l'Imu sopra i 130 metri quadri

Ma è caos su chi dovrebbe pagare il nuovo balzello: inquilini o proprietari? Tanti incontri a vuoto, ma l'esecutivo presto dovrà scoprire le carte

Spunta l'Imu sopra i 130 metri quadri

Roma - A decidere se (e quanto) l'Imu andrà pagata saranno i metri quadri. Mentre prosegue la trattativa tra governo e partiti della maggioranza (in realtà un «ascolto» dove i rappresentanti del ministero dell'Economia hanno fatto scena muta) i tecnici del governo stanno silenziosamente vagliando varie alternative per la riforma della tassazione sulla prima casa.

Sempre più probabile la Service tax, che ingloberà l'imposta comunale sugli immobili e le tasse sui servizi, come la Tares. Poi si fa sempre più strada un criterio di selezione sulle esenzioni dall'Imu che ricalca quella già applicata alla rata di giugno, ma in versione meno favorevole ai proprietari di case grandi. Semplificando: ora sono salve le abitazioni principali, tassate quelle di lusso, cioè le categorie A1, A8 e A9. Ma escludere abitazioni di pregio, ville con parco e castelli, non basta. Quindi l'intenzione è di includere abitazioni di quasi-lusso, evitando di colpire per intero un'altra categoria (ad esempio quelle di civile abitazione, che sono sette milioni, il 35% del totale). La soluzione potrebbe essere appunto quella dei metri quadri. Ad esempio pagherebbero le A2, ma solo se superano i 130 metri quadri.

L'alternativa sarebbe quella della franchigia, cara al Pd, che la vorrebbe fissare a 500 o 600 euro. Sarebbe escluso l'85% dei contribuenti, ma il criterio è poco equo - come ha fatto notare Renato Brunetta del Pdl - perché l'Imu si paga sul valore catastale che non corrisponde a quello di mercato.

Punto fisso, qualsiasi tipo di soluzioni si pensi per esentare l'abitazione principale, ci dovranno essere adeguate coperture (il ministro Fabrizio Saccomanni la considera una condizione «dirimente» anche per la sua permanenza al governo), ma anche una rimodulazione dell'imposta sulle seconde e terze case. E in questo caso si va verso una stangata per quelle sfitte. Un modo per andare incontro al Pd che ha chiesto misure che favoriscano non solo i proprietari, ma anche chi vive in affitto. Altro problema aperto sugli affitti è quello legato alla nuova tassa di servizio. La domanda che si stanno facendo i tecnici è: chi la pagherà? Perché fino ad oggi la tassa sull'immondizia è stata a carico del locatario, mentre l'Imu e prima l'Ici, toccavano ai proprietari. La nuova Service tax rischia quindi di penalizzare gli uni o gli altri. Resta il problema delle seconde case di vacanza. Colpirle ulteriormente significa dare il colpo di grazia a un mercato già in forte difficoltà, quindi resta l'intenzione di trovare soluzioni per le aree turistiche.

Tutte ipotesi per il momento. Perché il nodo Imu era e diventa sempre più «politico». L'ultima cabina di regia è andata male. Il Pd ha fatto capire che non ha intenzione di lasciare al Pdl una colpo d'immagine così forte come quello sull'Imu. Il Pdl è rimasto insoddisfatto dai silenzi del governo e si aspetta che la soluzione passi, più che per il ministero dell'Economia, per Palazzo Chigi. Gli incontri bilaterali non hanno portato a niente, se non a un ulteriore irrigidimento del Pd. Nei prossimi giorni i tecnici del ministero di via XX Settembre faranno gli ultimi incontri con i gruppi parlamentari minori della maggioranza. Ma non è escluso che si faccia un altro giro di incontri bilaterali.

Comunque, tra la settimana appena iniziata e la prossima ci sarà un'altra plenaria, o solo con il ministro Saccomanni oppure una vera cabina di regia con il presidente del Consiglio. Lì il governo dovrà scoprire le carte e illustrare la proposta di sintesi tra le varie posizioni della maggioranza. Che, visto il clima, scontenterà tutti.

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