Decadenza e legge di Stabilità sono i due crucci di Berlusconi. Nodi che coinvolgono per forza anche Letta. In assenza di qualche segnale su entrambi i fronti, il governo è destinato a ballare. Cosa che non dispiace al Cavaliere ma non tanto per pregiudizio; quanto perché i sondaggi dimostrano che la battaglia anti tasse è condivisa e premiante. C'è un problema, però: il partito. Forza Italia continua ad essere spaccata. Per ora è tregua armata con Alfano, all'estero per un paio di giorni. Ma le rispettive truppe, lealiste e alfaniane, continuano a darsele di santa ragione via lancia d'agenzia. Berlusconi, che ieri sera ad Arcore ha ricevuto un pool di donne tra cui Daniela Santanchè, Michaela Biancofiore, Gabriella Giammanco, Laura Ravetto e Annagrazia Calabria, lascia fare anche perché i suoi recenti appelli a non dare un'immagine di un partito in guerra sono caduti nel vuoto. Nell'attesa dell'ennesimo faccia a faccia con Alfano, che dovrebbe tenersi domani o forse oggi ad Arcore, il Cavaliere lascia che siano i suoi uomini a picchiare duro sulla legge di Stabilità. La rotta è decisa: o cambia o non passa; e aumentano i venti di crisi. Stesso discorso sul voto in Senato sulla sua decadenza. «Se l'alleato mi pugnala alle spalle e rifiuta la pacificazione è impensabile chiedermi un altro gesto di responsabilità», ripete da settimane. E se Letta dovesse cadere, o per mano del centrodestra o per quella dei renziani del Pd (come in fondo spera anche il Cavaliere), si valuteranno le cose a suo tempo.
Nel caso non si riuscisse a metter su un governo solido, come di certo tenterà di fare Napolitano, le urne potrebbero essere l'unico sbocco. Con quale candidato premier? Esclusa la sua candidatura, fino ad oggi smentita più volte quella della figlia Marina, il Cavaliere sa che molti nel partito sono pronti a far partire il pressing proprio sulla sua primogenita. E un sondaggio effettuato dalla Swg e pubblicato dal Corriere della Sera, parla chiaro: il 65% degli elettori del Pdl sarebbe favorevole alla successione dinastica; il 57% tra gli elettori di tutto il centrodestra. Lo stesso sondaggio premia poi sia il Pd (28,8%) sia il Pdl (26,2%, in crescita rispetto alle politiche). Non solo: il centrodestra nel suo complesso è in vantaggio con il 35,7% contro il 34,1 del centrosinistra. Ecco che quindi, con il placet di Berlusconi, partiranno a breve una raffica di emendamenti alla legge di Stabilità. Gasparri già lo annuncia: «Entro mercoledì presenterò precise modifiche su casa e sicurezza e sono certo che, se non saranno accolti, per primi i nostri ministri diranno no alla legge di stabilità». Fitto, condottiero dei lealisti, mette legge di Stabilità e decadenza sullo stesso piano: «Non vogliamo buttare a terra il governo senza una logica, vogliamo discutere di legge di Stabilità e capire perché il Pd voglia accelerare la decadenza di Berlusconi. Letta ha avuto la nostra fiducia su indicazione di Berlusconi: ora non possiamo accettare che alla responsabilità di una parte, corrisponda l'irresponsabilità dall'altra. E su questi due temi saremo decisi fino in fondo, con convinzione».
La rotta mette in difficoltà i governativi, tanto che il ministro Lupi avverte: «Vogliamo trasformare la legge di stabilità in una assurda resa dei conti interna» al Pdl «sulla pelle degli italiani, lasciando il Paese senza governo?». Saverio Romano mette il dito nella piaga: «Occorre fare chiarezza sulla linea politica del Pdl. Il 2 ottobre scorso è successo che Alfano si sia messo a capo di una minoranza che è rimasta tale, nel partito e nel Parlamento. Ebbene, non credo che si possa rimanere al governo con chi vuole estromettere il leader del partito alleato. Ritengo e non sono il solo, che il Pd stia segando il ramo sul quale è seduto il governo».
Immediato il duello con Cicchitto che quando sente parlare di crisi salta sulla sedia: «Romano si pavoneggia, come se fosse un leader di un partito al quale ha aderito anche abbastanza recentemente e tratta in modo sprezzante Alfano». E Romano: «Ho appena aderito a Forza Italia perché il partito è appena nato. Un partito al quale anche a Cicchitto Berlusconi ha chiesto di aderire».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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