Stadio, match in aula ma il voto slitta. Tra i banchi Pd spunta un'indecisa

Pallottoliere in movimento e nella maggioranza si prepara la resa dei conti con i "ribelli" Sala: "Ho negoziato al meglio". Ma Dalla Chiesa duro: "Rischi mafiosi a valle e a monte"

Stadio, match in aula ma il voto slitta. Tra i banchi Pd spunta un'indecisa

Il pallottoliere è in continuo movimento e sarà aggiornato fino a lunedì, quando si giocherà la partita decisiva sul futuro di San Siro. il Consiglio comunale è convocato a oltranza e si scoprirà davvero quando suonerà la campanella se ci saranno assenze strategiche o indecisi che diventano "sì". Sembrerà il fischio dell'arbitro al 90esimo vista l'aria d match che si respira in aula. Primo test ieri, prima seduta sulla delibera di vendita del Meazza e delle aree a Milan e Inter approvata dalla giunta, che si è chiusa alle 20.25 con un nulla di fatto. Il Pd ha fatto cadere il numero legale per lanciare la palla a lunedì quando il quorum per gestire una discussione fiume sarà più basso. Alla maggioranza per dimostrare compattezza anche in seconda convocazione servono 25 voti, ne ballano ancora due. Il capogruppo della Lista Sala Marco Fumagalli è ancora indeciso, dopo l'incontro con il sindaco Beppe Sala si è riunito a lungo ieri con l'assessore civico Emmanuel Conte e altri esponenti del gruppo ma si è preso altri giorni per sciogliere la riserva, anche se avrebbe ricevuto garanzie su miglioramenti nell'operazione (ha contestato duramente i danni ambientali e sulla salute causati dalla demolizione del Meazza),secondo i rumors potrebbe astenersi o votare sì per senso di responsabilità ma nel caso ha anticipato che lascerebbe il ruolo (si "scalda" il collega Marco Mazzei?). E ieri è spuntata un'altra indecisa tra i banchi Pd, Monica Romano. Aspettava la direzione Pd per decidere e mercoledì sera la linea del partito è stata netta: sì da 70 dem su 85, solo 9 no - tra cui l'ex assessore di Pisapia e della prima giunta Sala Cristina Tajani, senatrice, e la consigliera regionale Paola Bocci -, 6 astenuti 8 contrari. Ma Romano vuole ancora approfondire la delibera. Comunque vada, si prepara una resa dei conti nella maggioranza e anche all'interno dei gruppi per i "ribelli". Daniele Nahum, consigliere di Azione e dei Riformisti, anticipa che andrà fatta una verifica di giunta, "va rafforzata per la fine del mandato, è stato un errore far saltare il Salva Milano e non oso immaginare che possa saltare l'operazione San Siro". Il verde Carlo Monguzzi rivolto in aula a Sala dichiara invece che "un sindaco di sinistra non avrebbe mai presentato questa delibera, te lo dico col cuore". Dura anche Francesca Cucchiara dei Verdi: "State dando più spazio al privato che al pubblico. La politica è mortificata, non l'avremmo votata nel merito e non lo faremmo per il modo raccapricciante con cui è stata presentata". É l'aria che tirerà il giorno dopo il voto.

Presentando la delibera, la vicesindaco Anna Scavuzzo - contestata con qualche buu e "vergogna" dai ambientalisti tra il pubblico - rimarca invece che "per ottenere risultati, è fondamentale avere il coraggio di scelte chiare e lungimiranti" e "ciò che scegliamo oggi avrà un impatto significativo nel nostro futuro. Non voglio nemmeno pensare a uno scenario in cui San Siro dovesse evocare soltanto i fasti del passato e nulla che ci consegni una speranza per il futuro. Siamo qui oggi a chiedere di aprire questo nuovo capitolo della storia di Milano impegnandoci fin d'ora ad applicare al percorso la stessa attenzione e scrupolosità che ci hanno sostenuto fin qui". A Sala riconosce "il grande merito di aver intuito una strada che era necessario percorrere" e "su questa strada non prevalgono e non prevarranno mai le logiche della politica della nostalgia, che prevedono di guidare una città come Milano con lo sguardo sempre rivolto al passato, e men che meno la politica dell'azzardo". Dal centrodestra, che non farà ostruzionismo ma presenterà emendamenti di merito, anche se la giunta ha dichiarato il testo blindato, sono esclusi voti a favore. "Avete avuto sette anni per arrivare a questa delibera e ci date 7 giorni per decidere" tuonano Riccardo Truppo e Enrico Marcora di FdI, "non si trattano così i milanesi, svendete il patrimonio senza neanche discutere" accusa il capogruppo della Lega Alessandro Verri. Il leghista Samuele Piscina mette subito alla prova l'aula e chiede una sospensiva per verificare il numero legale, ma anche dissidenti a sinistra (dal Pd Pantaleo a Turco) bocciano e la seduta "tiene". La Lega presenterà 3 emendamenti e un odg (c'è la richiesta di un tunnel tra piazzale Lotto e stadio), 56 ("o un centinaio in più") Alessandro De Chirico di Forza Italia e 4 il capogruppo Luca Bernardo, 4 FdI e Truppo anticipa che uno sarà sulla conservazione del Meazza. Anche il centrodestra valuta ancora la strategia. Piscina avverte gli alleati: "Mi aspetto che siano tutti presenti, oggi la nostra deputata Ue Silvia Sardone non c'è ma ha garantito non mancherà". L'assessore regionale Fi Gianluca Comazzi assicura che parteciperà.

La linea del centrodestra oscilla tra uscita dall'aula e bocciatura, il coordinamento sta cercando di convogliare su una linea unitaria ma le sensibilità sono diverse. In Fi c'è condivisione sul fatto che delibera abbia grandi lacune, quindi un voto favorevole è escluso al 90%, tuttavia potrebbe prevalere l'idea di uscire dall'aula, anche per non essere accostati a Verdi e 5 Stelle.

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