
Le gite ad Auschwitz? Promosse per "ribadire che l'antisemitismo era solo una questione legata al fascismo". Tranchant la ministra Eugenia Roccella nel suo intervento al convegno “La storia stravolta e il futuro da costruire”, organizzato dall’Ucei presso il Cnel a Roma. La titolare della Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella ha espresso una riflessione sul riemergere dell’antisemitismo nel contesto dell’attuale conflitto israelo-palestinese: "Il gusto con cui si usa la parola genocidio, ributtandola in faccia a chi del genocidio ha un'esperienza molto documentata e precisa, è davvero sconvolgente".
Come evidenziato in precedenza, la ministra ha inoltre evidenziato come, a suo parere, in Italia non si sia ancora affrontato a fondo il problema dell’antisemitismo. "Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite? [...] secondo me sono state incoraggiate e valorizzate, perché servivano effettivamente all'inverso. Ovvero servivano a dirci che l'antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo" la sua stoccata. Per la Roccella, infatti, queste iniziative avrebbero contribuito a relegare l’antisemitismo al passato e a una specifica area politica, evitando una riflessione più ampia e attuale: "Il problema oggi è fare i conti con il nostro antisemitismo, fare i conti con il nostro passato senza illuderci che tutto si è affinato in un'epoca storica e in un'area politica, cosa che trovo difficile sostenere".
Le parole della Roccella hanno scatenato la reazione immediata della sinistra. "Dichiarazioni gravissime che non soltanto strumentalizzano la memoria della Shoah, ma rovesciano la verità storica con un cinismo inaccettabile per un rappresentante delle istituzioni" l'attacco di Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd: "Le visite ad Auschwitz non sono mai state gite, come superficialmente le definisce la ministra. Sono state e sono momenti fondamentali di educazione alla memoria, strumenti preziosi per trasmettere alle giovani generazioni l'orrore della persecuzione nazista e fascista e per ricordare che l'antisemitismo non è un fantasma del passato, ma una minaccia viva, che ritorna anche attraverso le parole irresponsabili di chi tenta di relativizzarlo. Che il fascismo italiano abbia avuto un ruolo determinante nell'emanazione delle leggi razziali del 1938, nella persecuzione degli ebrei e nella deportazione di migliaia di cittadini italiani, è un fatto storico documentato". Ancora più duro l'affondo del senatore dem Francesco Verducci: "Queste sono parole deliranti. Tanto più se pronunciate da un Ministro della Repubblica. Parole che negano in modo imbarazzante e pericoloso una verità storica incontrovertibile".
L'intervento della Roccella è stato attaccato anche da Liliana Segre. “Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito 'gite' i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo" le parole della senatrice a vita in una nota: "Quale sarebbe la colpa? Durante la seconda guerra mondiale, in tutta l’Europa occupata dalle potenze dell’Asse, i nazisti, con la collaborazione zelante dei fascisti locali - compresi quelli italiani della Rsi - realizzarono una colossale industria della morte per cancellare dalla faccia della terra ebrei, rom e sinti e altre minoranze. La formazione dei nostri figli e nipoti deve partire dalla conoscenza della storia. La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi”. Critiche anche da Avs e +Europa.
La Roccella non è rimasta in silenzio. "La sinistra tra Francesca Albanese portata in trionfo e striscioni che inneggiano al 7 ottobre, le piazze e le università messe a ferro e fuoco, finge di non capire" la replica della ministra: "Certo che i viaggi ad Auschwitz rappresentano uno strumento fondamentale per trasmettere alle giovani generazioni la memoria dell'orrore che ha segnato il Novecento Ma condannare l'antisemitismo di allora senza fare i conti con l'antisemitismo che senza più alcuna remora e senza alcun pudore alligna oggi tra le file di chi strizza l'occhio ad Hamas è la vera strumentalizzazione".
Non solo. La ministra ha annunciato che andrà in Commissione Segre per chiarire tutto e che contatterà telefonicamente la senatrice a vita: "Immaginare che una persona come me, da sempre amica di Israele e degli ebrei, possa presentarsi di fronte all'Unione delle comunità ebraiche per pronunciare parole negazioniste, è ridicolo prima ancora che strumentale. Del resto, la platea che mi ascoltava ha perfettamente compreso il senso del mio discorso. In ogni caso, molto volentieri andrò in audizione sull'antisemitismo di ieri e sull'antisemitismo di oggi in Commissione Segre, dove ogni dubbio potrà essere chiarito, innanzi tutto di fronte alla senatrice Segre, certamente in buona fede e alla quale telefonerò direttamente, e anche di fronte a chi di buona fede dal 7 ottobre in poi ne ha dimostrata davvero poca".
E ancora: "Delle mie chiarissime parole di oggi contro l'antisemitismo è stata data un'interpretazione distorta da chi è animato da cattiva coscienza e ha l'interesse a strumentalizzare per nascondere l'odio anti-ebraico che dal 7 ottobre ribolle senza freni a sinistra, o da chi non ha ascoltato direttamente il discorso".