La storia Giusto restituirlo ai padroni?

Basta il rimorso a espiare la colpa? Se lo stanno chiedendo migliaia di persone che, tramite Internet, hanno partecipato all'avventura di Missy, anzi lo stanno chiedendo ad Anthony Ortolani, accusato di avere perso l'affetto che lo legava al suo cane a 3900 metri di altezza, sul Monte Bierstadt in Colorado. Lì, il rocciatore italoamericano si era recato assieme a due giovani amici per scalare la montagna, avendo la splendida idea di portarsi dietro anche Missy, il suo pastore tedesco. La montagna spesso è inclemente, anche con le persone esperte. Infatti Ortolani e i suoi amici si accorgono che nuvole nere e maligne si stanno addensando sul loro cammino, mentre il cane mostra ferite alle zampe e ai polpastrelli, talmente serie da farlo vistosamente zoppicare. Il gruppetto vede avanzare il temporale e lo stesso Ortolani si carica sulle spalle Missy per cercare di portarla giù, cima per cima, canalone per canalone. A un certo punto non ce la fa più e mette Missy a terra. I tre si consultano e, di fronte al pericolo di morte (sostiene Ortolani) decidono di lasciare nell'incavo di una roccia, Missy, che non riesce neanche più a stare in piedi. Le lasciano a disposizione un po' di cibo e acqua.
Una volta scesi, Ortolani chiama lo Sceriffo della contea cercando aiuto per Missy, ma la risposta dell'Ufficio è che mandare su dei soccorritori è troppo pericoloso, trattandosi di un cane. Si trattasse di una persona si potrebbe anche valutare, ma il personale dell'Office non è pagato per soccorrere cani e rischiare la pelle. «Preferivo pensarla morta piuttosto che immaginare le sue sofferenze» dichiara Ortolani in un messaggio su un social network, lo stesso dove i coniugi Washburn leggono della storia di questo cane. Esperti rocciatori, a loro volta, non ci pensano su tanto e s'inerpicano su per il monte. Trovano Missy sanguinante e debolissima. Dopo averle prestato le prime cure, tornano velocemente giù dalla montagna e lanciano un appello urgente su una sorta di Facebook locale. Arrivano migliaia di risposte, la maggior parte delle quali, di sdegno nei confronti di Ortolani. Ma quelle che contano sono le risposte di otto giovani rocciatori, tra cui un veterinario, che partono immediatamente per cercare di salvare Missy. Sono perfettamente attrezzati e soprattutto la loro volontà è d'acciaio. Quel cane non deve morire da solo su quella vetta dove uno sprovveduto l'ha portato. E ce la fanno. Il cane, portato a turno dentro una sorta di zaino e curato costantemente dal veterinario, raggiunge velocemente i pianori prativi dove un'auto completa il suo trasferimento presso una clinica specializzata in emergenze. Sally è salva ed è a questo punto che torna in gioco Ortolani, piuttosto spudoratamente. Chiede di riavere il cane e intende dedicarle il nome della clinica dove lo hanno curato, vuole rimborsare ogni centesimo a tutti, vuole festeggiare i soccorritori, gli internauti …vuole…vuole…, ma non la pensano così i coniugi Washburn, il gruppo di volontari e la maggior parte del «popolo di Internet». Quell'uomo è indegno di riavere Missy che starà molto meglio a casa dei Wahsburn.

Mentre Missy continua con le cure e la riabilitazione in clinica, il 16 ottobre prossimo Ortolani dovrà presentarsi davanti al magistrato che deciderà a chi affidare il cane. Mr. Ortolani è accusato di maltrattamento di animali e rischia la reclusione fino a 18 mesi e una multa che parte da 5000 dollari e non si sa dove arrivi. Non so se per lui basterà il rimorso a espiare la pena.

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