RomaPer il pasticcio degli esodati sembra che, stavolta, sia giunta davvero una soluzione. Dopo un lungo tira e molla, il ministero dell'Economia, la Ragioneria dello Stato e i due relatori alla legge di stabilità trovano l'accordo: le nuove norme saranno finanziate dal blocco degli adeguamenti all'inflazione delle pensioni, a partire da quelle superiori di sei volte al minimo Inps (circa 2.880 euro al mese). Allo stesso tempo, cambia la platea degli esodati: vengono esclusi i lavoratori licenziati prima del 2011 perché l'impresa è fallita; vengono invece salvaguardati i lavoratori entrati in mobilità ordinaria prima del 4 dicembre 2011.
È bene ricordare che le indicizzazioni per le pensioni oltre i 1.400 euro lordi sono già state bloccate dalla riforma Fornero per il 2012 e il 2013. L'emendamento stabilisce che il blocco si estenda al 2014 per i trattamenti oltre i 2.880 euro. Entro il 30 settembre 2013 il governo potrà cancellare il blocco qualora le risorse a disposizione degli esodati siano già sufficienti.
Per finanziare la pensione agli esodati il governo ha posto virtualmente in un apposito fondo oltre 9 miliardi. Soldi che servono a tutelare i 110mila lavoratori già ufficialmente salvaguardati. Ma siccome gli esodati sono molti di più (l'Inps stima circa 300mila), dal 2014 in poi potrebbero aprirsi buchi profondi. Ecco dunque il blocco delle indicizzazioni delle pensioni per finanziare, se necessario, le maggiori spese. Per i «nuovi» esodati la legge di stabilità stanzia 334 milioni nel triennio 2013-2015, e prevede una spesa complessiva di 554 milioni fino al 2020.
Tra gli emendamenti dei relatori, poi, ecco l'aumento da 800 a 900 euro delle detrazioni per chi ha figli a carico (da 900 a 1.080 euro per i bimbi sotto i tre anni); la cancellazione della franchigia di 250 euro e del tetto di 3.000 euro a detrazioni e deduzioni fiscali; il taglio dell'Irap di 1,2 miliardi dal 2014 attraverso l'incremento delle deduzioni per chi assume a tempo indeterminato e per i giovani.
La commissione Bilancio della Camera approva anche la creazione del fondo per il calo delle tasse, a partire dall'anno venturo. Sarà alimentato dai proventi della lotta all'evasione fiscale, dai risparmi dovuti al calo dello spread, e dalla riduzione degli sconti fiscali. La voce relativa al calo dello spread sarà di esclusiva pertinenza del governo: dunque, nessun automatismo. Il relatore del Pdl, Renato Brunetta, conferma che «una volta ottemperati gli obiettivi di consolidamento fiscale, tutto quello che ci sarà in più andrà alla riduzione della pressione su famiglie e imprese». Approvato anche l'emendamento che destina 900 milioni a interventi urgenti (dal terremoto dell'Emilia alle missioni all'estero), politiche sociali, alla non autosufficienza, Sla compresa.
Palazzo Chigi smentisce, infine, che vi siano stati arretramenti o cedimenti sul nuovo regime Imu per la Chiesa. La norma, che prevede sconti ed esenzioni legati alla destinazione mista degli immobili, «è la stessa approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 4 ottobre».
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