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Stretta tedesca sull'immigrazione, gli svizzeri ironizzano

Berlino contro l'abuso di prestazioni e contributi sociali da parte degli immigrati. E gli svizzeri sironizzano sul cambio di rotta della Germania

Stretta tedesca sull'immigrazione, gli svizzeri ironizzano

La Germania programma una stretta sull'immigrazione. E gli svizzeri ironizzano e si tolgono qualche sassolino dalla scarpa. «Il ministro degli Interni Thomas de Maiziere annuncia che saranno introdotti contingenti per gli stranieri che vogliono cercare lavoro in Germania. Inoltre coloro che verranno beccati ad abusare del sistema sociale tedesco, saranno rispediti senza troppi complimenti a casa loro. Roba che se si facesse in Svizzera gli europeisti moralizzatori griderebbero immediatamente allo scandalo!» si legge sui portali svizzeri. Il riferimento è a un rapporto di 133 pagine redatto dai ministri dell'Interno e del Lavoro tedeschi che parla della possibilità di vietare temporaneamente il rientro in Germania a coloro che hanno commesso frodi e abusi, come l'uso di documenti falsi; la concessione di permessi limitati di residenza - da 3 a 6 mesi - per la ricerca di lavoro; e la decisione di punire penalmente la frode per ottenere determinati documenti.
Un cambio di linea che si spiega con l'avvicinarsi delle elezioni europee e con l'aumento tra il 2012 e il 2014 del 414% di immigrati bulgari e rumeni - dal primo gennaio 2014 rumeni e bulgari possono circolare liberamente - e con la difficoltà di tenere in piedi il sistema di welfare tedesco. Un problema che in Germania liquidano con lo slogan: «No al turismo dei benefit» e con un monito: «Chi imbroglia, salta». Senza contare che sedici sindaci di città tedesche hanno posto il problema dell'accoglienza e chiesto aiuto al governo centrale.

I tedeschi sono in buona compagnia nel tentativo di limitare il flusso di immigrati. E iniziano a cercare di costruire sponde con altri Paesi. Germania e Inghilterra stanno ad esempio ragionando sulla possibilità di limitare il tempo in cui i migranti disoccupati provenienti da altri paesi dell'Ue possono restare per cercare un lavoro. David Cameron ha detto che cercherà di lavorare con i tedeschi e con altri alleati che la pensano come lui, per vedere se è possibile rendere le regole Ue più restrittive. In particolare si cerca, esattamente come in Germania, di tagliare i benefit. «Se sei un cittadino dell'Ue, ma non stai cercando un lavoro e chiedi benefici in termini di welfare, puoi essere rimandato al tuo paese di origine» è la linea di Downing Street. Alla Camera dei Comuni, il 10 ottobre scorso, è stato presentato l'Immigration Bill: una legge che fa parte di un piano di contrasto all'immigrazione clandestina, che ha l'obiettivo di riformare il sistema degli allontanamenti «rendendo più facile e più veloce allontanare coloro che non hanno il diritto di essere qui».

La legge prevede una serie di nuovi controlli: sui contratti di affitto, che dovrebbero essere negati a quei cittadini che non sono in grado di dimostrare di essere nel Regno Unito legalmente; verifiche sui datori di lavoro; controlli bancari. Si vuole inoltre contrastare il cosiddetto «turismo della salute», cioè l'utilizzo del sistema sanitario pubblico britannico (NHS, National Health Service) da parte dei cittadini stranieri. Si lavora anche sul blocco dei sussidi di disoccupazione.

Misure su cui i conservatori inglesi vogliono porre l'accento anche per contrastare la crescita dell'Ukip di Nigel Farage, il partito che chiede l'uscita immediata dall'Unione Europea e una stretta sull'immigrazione, e che tutti i sondaggi danno in forte crescita in vista delle elezioni del 25 maggio.

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