Subito i tagli agli stipendi d’oro dei super manager di Stato

Subito i tagli agli stipendi d’oro dei super manager di Stato

RomaVia libera della Camera al tetto per le buste-paga dei manager pubblici: il taglio, secondo quanto deciso dalle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, andrà subito in vigore. La norma sarà estesa ai vertici delle autorità di vigilanza e agli enti locali con un emendamento che sarà presentato dai relatori al decreto semplificazioni. Superata dunque la questione della reformatio in pejus degli stipendi? Varrà per tutti il limite dei 295mila euro? Difficile a dirsi con sicurezza. Le deroghe potrebbero riguardare solo le posizioni di più alto livello di responsabilità e di straordinario impegno amministrativo. In ogni caso, per concedere eccezioni al tetto, il governo dovrà spiegarne al Parlamento le «ragioni giustificative».
Secondo l’ex ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, il tetto si applicherà anche alle «posizioni apicali» della pubblica amministrazione; il governo potrà tuttavia derogare «in casi limitatissimi, e comunque non per gli uffici di diretta collaborazione», sulla base dei parametri indicati nella finanziaria 2007 dal governo Prodi, dove si faceva riferimento alle «posizioni di più alto livello di responsabilità». «Finalmente si farà trasparenza - aggiunge Brunetta - perché nel giro di qualche mese avremo un quadro completo delle remunerazioni dei dipendenti pubblici, sopra e sotto il tetto».
Per quanto riguarda la reformatio in pejus di stipendi ed emolumenti vari, le commissioni hanno preso atto di quanto affermato dal governo: le esigenze di bilancio potrebbero incidere legittimamente, e senza alcuna gradualità, sui trattamenti economici in corso. «Andremo fino in fondo», assicura il ministro Filippo Patroni Griffi. «Si sono incazzati i pensionati e i parlamentari, si incazzino anche loro», aggiunge Brunetta, autore con il Pd Bressa della mediazione che ha portato al testo finale. Con un emendamento, il Pd intende estendere il tetto retributivo ai vertici della Rai.
In attesa dell’emendamento taglia-stipendi, il decreto semplificazioni si arricchisce di qualche novità. Una di queste riguarda il pagamento delle multe, che potrà avvenire online: le amministrazioni pubbliche sono obbligate a pubblicare sul proprio sito i codici bancari iban grazie ai quali i cittadini potranno versare il dovuto per via telematica. E sempre per via telematica, cittadini e imprese potranno calcolare, e versare, l’imposta di bollo. Un altro emendamento consente che i permessi di parcheggio per i disabili siano validi in tutta Italia, e non soltanto nei luoghi di residenza. E ancora: il decreto prevede il cambio immediato di residenza, ma questo non potrà avvenire a ridosso delle scadenze di voto, per evitare il «turismo elettorale». Prolungata a un anno la durata del permesso di soggiorno per gli emigrati che perdono il lavoro, e cancellata la tassa del 2% sulle rimesse.
Mentre alla Camera si semplifica, al Senato si liberalizza. Le ultime novità sul decreto liberalizzazioni riguardano le assicurazioni. L’aggiornamento dei premi per Rc auto scatterà automaticamente ogni anno, nel caso in cui l’assicurato non abbia avuto incidenti; allo stesso tempo, sarà più rapido ottenere dalle compagnie assicurative il risarcimento per il furto e l’incendio. Slittano di sei mesi i termini per le norme sull’apertura delle nuove attività commerciali, che dovranno essere emanate da Regioni e Comuni. Viene inoltre istituita un’imposta del 20% per i proprietari di imbarcazioni che affittano la loro barca occasionalmente, fino a un massimo di 30mila euro. Viene inoltre sostituita la tassa di stazionamento (prevista dal decreto Salva Italia) con una tassa di possesso, con l’obiettivo di scongiurare la fuga delle imbarcazioni dai nostri porti.


Il provvedimento sulle liberalizzazioni dovrebbe essere approvato in settimana dal Senato. Su un maxi-emendamento, che contiene il testo approvato in commissione, i senatori dovrebbero votare forse già oggi la fiducia.

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