Sulla strada è una strage di pedoni

In Italia ogni sette giorni 11 persone muoiono investite. Ma un omino nero potrebbe cambiare le cose

Sulla strada è una strage di pedoni

Ogni giorno sulle strade del nostro pianeta si spengono come lucciole 3400 persone di cui la metà sono giovani o non superano i 44 anni. Ogni anno più di 270 mila pedoni perdono la vita falciati da pirati che spesso non vengono neppure scovati, mentre quasi 50 milioni di persone rimangono ferite in un incidente stradale o subiscono disabilità. I numeri sfidano quelli delle peggiori epidemie, delle guerre più inique. Anche le vittime della strada sono un'emergenza mondiale e come tale va gestita: facendo un fronte comune a livello planetario.

Se ne rende conto l'Onu che ha indetto, per la seconda volta, la «Settimana mondiale della sicurezza» (6-12 maggio) quest'anno dedicato alla sicurezza dei pedoni, spesso falciati da pirati senza volto. L'obiettivo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite è salvare 5 milioni di vite con semplici accorgimenti, legislazioni corrette ed efficaci sulla prevenzione, con una sensibilizzazione dei governi di tutto il mondo. Ad oggi, solo 28 nazioni, che coprono il 7% della popolazione mondiale, hanno delle leggi sulla sicurezza adeguate per i fattori di rischio come l'alcol e la velocità, o regole certe per casco, cinture di sicurezza, dispositivi per i bambini. C'è ancora molto da fare dunque. Lo diranno i responsabili dell'Onu ai rappresentanti dei cento paesi aderenti all'iniziativa che a New York sentiranno «i numeri della morte» nel Rapporto mondiale sulla sicurezza dei pedoni.

E pure il nostro Paese non ha di che gioire. Ogni settimana sulle strade italiane perdono la vita 11 pedoni, che fanno 589 vittime all'anno e oltre 20mila feriti. E un terzo dei pedoni deceduti è stato travolto proprio su un attraversamento pedonale, a sfregio di tutte le regole del senso civico e del rispetto per la vita. Il nostro Paese risulta così uno dei peggiori in Europa, classificandosi al terzo posto per numero di pedoni morti, preceduto solo da Polonia e Romania. Un triste primato che fa sbottare Umberto Guidoni, segretario generale della Fondazione Ania. «In altri paesi d' Europa, le strisce pedonali sono un territorio blindato, un luogo dove il pedone è protetto - spiega - Da noi ancora non è così e dobbiamo lavorare per convincere tutti che le regole vanno sempre rispettate.

Serve un impegno condiviso con azioni che coinvolgano il settore pubblico, quello privato e i media che svolgono un ruolo prioritario nell'opera di sensibilizzazione e informazione della collettività».

E proprio ai media si rivolge la campagna pubblicitaria che verrà diffusa da lunedì da televisioni, cartelloni, Internet.

Lo slogan scelto è «Siamo Tutti Pedoni» ed è stato coniato da un gruppo di giovani di Fabrica, il centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group.

Il giovane designer italiano, Matteo Di Iorio, ha invece fatto centro con la sua proposta visiva. Matteo si è infatti ispirato all'icona del pedone, conosciuta in tutto il mondo e ha scelto di affrontare il problema con una filosofia di comunicazione volta allo «stupore e all'umorismo, anziché allo shock» in contrasto con molte altre campagne per la sicurezza basate su immagini violente.

Questo omino nero vagante per la città raffigurerà le emergenze segnalate dell'Onu, come la necessità di strisce evidenti, di forze dell'ordine sul territorio, di infrastrutture.

E quando improvvisamente si

infila un vestito fatto di prato verde trasmette al mondo un messaggio anche a sfondo ambientale: camminare sicuri, dice l'omino, «migliora sia la salute delle persone che l'ambiente». Non bisogna far altro che ascoltarlo.

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