Cronache

Un superministro per il Papa Così cambia la finanza di Dio

È un cardinale venuto dalla "fine del mondo" l'uomo chiave voluto da Bergoglio: l'australiano Pell gestirà la «borsa» della Santa Sede

Un superministro per il Papa Così cambia la finanza di Dio

L'uomo chiave che Papa Francesco ha scelto per guidare e supervisionare l'intero assetto economico e finanziario della Santa Sede è il cardinale George Pell. Uomo di fiducia di Papa Bergoglio, il porporato - arcivescovo di Sydney dal 2001 - in realtà era vicino anche a Giovanni Paolo II, che lo creò cardinale, e a Benedetto XVI, che ha accolto in Australia in occasione del suo viaggio nel 2008. Un cardinale venuto dalla «fine del mondo», forse chiamato proprio perché fuori dai giochi di potere curiali. Pell diventa così la seconda persona più potente del Vaticano, subito dietro al Papa. Perché sarà lui a guidare il superministero vaticano dell'Economia e a tenere le redini della «borsa vaticana».
Con un Motu Proprio, infatti, Francesco ha creato una nuova struttura di coordinamento per gli affari economici e amministrativi, composta da tre organismi: la Segreteria per l'Economia, guidata dallo stesso Pell; il nuovo Consiglio per l'economia, costituito da otto cardinali e sette laici (finora erano 15 cardinali, nominati da Giovanni Paolo II); il Revisore generale. L'Apsa, il dicastero chiave per la gestione delle risorse immobiliari e finanziarie e dove lavorava il controverso monsignor Nunzio Scarano, arrestato per riciclaggio, viene confermata la «Banca centrale del Vaticano».
Al superministero spetterà il compito delicato di gestire tutte le attività economiche e finanziarie della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano. In particolare, la Segreteria per l'Economia dovrà preparare il budget annuale e la pianificazione finanziaria, nonché le varie funzioni di supporto quali le risorse umane e l'approvigionamento. La Segreteria sarà inoltre tenuta a redigere il bilancio dettagliato. Anche se non citate espressamente, sotto il superministero vaticano dovrebbero finire strutture come il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e altri dicasteri dotati di budget consistenti, come la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (Propaganda Fide).
Nessun riferimento, invece, allo Ior. «Non vi è nessuna determinazione», ha affermato padre Federico Lombardi.
Che sia un uomo di fiducia di Papa Bergoglio è chiaro: Pell è l'unico cardinale ad appartenere alle due commissioni vaticane che si occupano delle questioni delicate della Santa Sede. La prima, il cosiddetto «C8», raggruppa 8 cardinali consiglieri voluti da Francesco per avviare la riforma della Curia; l'altra, detta «C15», creata da Giovanni Paolo II, si occupa di studiare i problemi organizzativi ed economici della Santa Sede.
Il cardinale Pell è uno dei porporati che aveva chiesto da tempo a Benedetto XVI un cambio di rotta nella gestione delle finanze vaticane. In una intervista al quotidiano australiano, l'arcivescovo di Sydney ha annunciato che il suo compito sarà quello di «modernizzare e migliorare i processi finanziari del Vaticano per assicurare una maggiore responsabilità e trasparenza, tale da diventare un modello per altri Stati». «Ci sarà un cambiamento importante», ha affermato Pell, 72 anni, che ora dovrà mettere da parte il suo lavoro nell'arcidiocesi australiana. Ma il tempo a Sydney è stato prezioso, perché ha potuto lavorare con alcuni esperti della finanza che lo hanno lanciato in questo nuovo incarico. Come il suo braccio destro, il manager Danny Casey, o l'ex business manager dell'arcidiocesi di Melbourne Ted Exell.
Il cardinale Pell si è detto «onorato» per questo nuovo compito. «Se metteremo le cose in ordine in un paio di anni sarà un risultato straordinario per questo Pontificato e per la chiesa intera - ha sottolineato - Se utilizziamo al meglio le risorse che vengono affidate alla Santa Sede potremmo sostenere le opere caritatevoli della Chiesa, in particolare per i poveri e gli ultimi». Pell ha un passato importantissimo alla guida di due diocesi grandi, come Sydney e Melbourne. Ha gestito la Giornata Mondiale della Gioventù nel 2008, ha una buona esperienza nella Caritas australiana.

Una curiosità: è uno dei cardinali che celebra la messa in latino.

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