Tasse, manovra e decadenza. Letta resta in zona pericolo

Risolto il caso Cancellieri, il governo deve trovare le risorse venute a mancare con l'abolizione dell'Imu. E gestire la guerriglia parlamentare sulla Finanziaria

Tasse, manovra e decadenza. Letta resta in zona pericolo

Le antenne di Palazzo Chigi sono sensibili. Captano indiscrezioni anche a distanza di migliaia di chilometri. Così non hanno tardato ad incrociare le reazioni, piuttosto amare, degli operatori che hanno visto a Londra il ministro dell'Economia. Allo staff di Enrico Letta è arrivato un commento in inglese: ci aspettavamo un preciso timetable data sulle privatizzazioni, invece soltanto idee e strategie; nessuna indicazione precisa.

Ed alle spine sull'Imu, sulla Legge di Stabilità, sulla decadenza di Berlusconi, ora Letta deve aggiungere anche quella delle privatizzazioni: tema per il quale si è impegnato personalmente proprio a Londra ed a Wall Street. Saccomanni doveva chiudere il cerchio, invece è rimasto aperto.

Le indiscrezioni che sono rimbalzate da Londra hanno dato fiato a quanti, nello staff di Letta, sponsorizzano un ricambio al ministero dell'Economia. Il premier, per il momento, resiste. Ma il nome di Lucrezia Reichlin rimbalza sempre più spesso nei corridoi di Palazzo Chigi. Economista apprezzata, oggi insegna alla London Business School: il suo cv è lungo, tra attività professionali e pubblicazioni, dieci pagine. In più, mai nessuna donna s'è mai seduta sulla scrivania di Quintino Sella: circostanza che avrebbe catturato l'attenzione del premier. Letta sarebbe rimasto sorpreso per le ultime polemiche sulla finanza pubblica. In modo particolare, quelle innescate da Saccomanni sull'Imu. E con lui, sembra, anche qualche esponente dello staff del Quirinale. Polemiche approdate nel Palazzo appena si era chiuso il caso-Cancellieri.

Alla presidenza del Consiglio comincia a farsi largo una certa preoccupazione per l'ingorgo tra provvedimenti di finanza pubblica e scadenze politiche. Non sono tanto i 3 mila emendamenti attesi al Senato sulla Legge di Stabilità, quanto il voto del 27 novembre sulla decadenza di Berlusconi e l'8 dicembre, data del congresso Pd.

La Legge di Stabilità dovrebbe essere votata dall'aula di Palazzo Madama intorno al 22/23 novembre, per poi passare alla Camera. Una manciata di giorni prima del voto sulla decadenza. A Montecitorio, la manovra non potrà accogliere nessuna modifica, per evitare una terza lettura parlamentare. Così da liquidarla definitivamente a metà dicembre: appena una settimana dopo il congresso. Con un Pd ancora a fare la conta tra vincitori e sconfitti, e senza eventuali ripercussioni sulla Stabilità. Proprio per questo, Letta ha riunito ieri sera a Montecitorio tutti i parlamentari Pd.

Con questo percorso, però, salterebbe lo schema che inizialmente era stato predisposto da Palazzo Chigi. L'idea era quella di trasformare il disegno di legge collegato, contenente le misure del pacchetto «Destinazione Italia», in un emendamento alla Legge di Stabilità alla Camera. In tal modo, prendeva corpo - nella strategia originaria - una vera e propria campagna per attirare capitali esteri in Italia. Propedeutica alla campagna di privatizzazioni. Lo schema, invece, dovrà essere rivisto.

Tutto da definire, poi, il meccanismo di copertura finanziaria per cancellare la seconda rata dell'Imu. Qualora il governo si orientasse a recuperare i 2,2 miliardi dell'Imu da un anticipo delle misure fiscali previste per le banche, queste risorse verrebbero meno nel 2014.

E da soli questi interventi fiscali garantiscono i 2/3 delle maggiori entrate attese il prossimo anno. In caso contrario, qualora il governo facesse scattare la seconda rata dell'Imu, questo avverrebbe prima del 27 novembre; prima, cioè, del voto sulla decadenza di Berlusconi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica