"La tecnologia salva la città". Il Mose è la miglior risposta al partito del No

Matteo Salvini è raggiante per l'ottima performance del Mose: "la tecnologia salva la città"

Il Mose in azione a Venezia nella giornata del 22 novembre (ANSA)
Il Mose in azione a Venezia nella giornata del 22 novembre (ANSA)

Il Mose ha salvato Venezia dai disagi legati alla terza "acqua alta" più consistente mai registrata, che ha portato in operatività l'infrastruttura di contenimento progettata proprio per difendere il cuore del capoluogo veneto dall'alta marea. Raggiante per il primo test serio dell'opera inaugurata un anno e mezzo fa con la prima entrata in vigore nel luglio 2020 il Ministo delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini: “Siamo davanti alla migliore risposta al partito dei No. No Tav, No Mose, No Ponte sullo Stretto", ha dichiarato nella giornata odierna dopo che le barriere sono tornate in funzione di fronte a un picco di acqua alta di 145 centrimenti. Minore di quello di 173 centimetri di ieri, che Tiziana Paolocci ha ricordato essere superato in due casi soltanto, "le «acque grande» del 4 novembre 1966 (194) e del 12 novembre 2019 (187)", ma comunque consistente.

Per Salvini "la tecnologia ha salvato quel gioiello mondiale che è Venezia. Il Mose dovrebbe entrare in funzione anche domani”, ha aggiunto il segretario della Lega. Il quale ieri aveva ricordato che "il Mose sta fronteggiando la marea più alta da cinquant'anni" e senza quelle barriere "Venezia sarebbe sommersa in maniera catastrofica. Nonostante i signor no quelle barriere stanno salvando un patrimonio dell'umanità" che Paolocci ricorda potenzialmente allagata all'82% in assenza delle barriere protettive.

Concorde con Salvini il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha usato toni e espressioni simili: quanto sta andando in scena da ieri (oggi il Mose si è alzato alle 5.30) "rende chiara l'utilità del Mose, che ha letteralmente salvato Venezia", ha dichiarato il presidente della Regione, ringraziando poi "tutti i tecnici, i previsori, i professionisti che in queste ore stanno lavorando, spesso dietro le quinte, per garantire sicurezza e protezione al nostro territorio". "Sto seguendo con grande attenzione e preoccupazione ciò che è avvenuto nelle zone lagunari e costiere fuori dalle barriere mobili - conclude il Governatore -. In molte zone del Veneto la situazione è davvero complessa: incrociamo le dita per le prossime ore, sperando in un progressivo abbassamento della forza della perturbazione".

Il capoluogo veneto è al sicuro dopo aver per secoli lottato col mare, tanto amico della Serenissima come vettore della potenza e della proiezione politica, diplomatica e commerciale di Venezia in passato quanto nemico e fonte di disagi per gli abitanti del suo nucleo urbano. Ieri alla Punta della Dogana della Salute, nel centro storico lagunare, sono stati misurati solo 62 centimetri di marea, un terzo del massimale. Pur nell'allerta per la situazione generale è certo che il Mose abbia tenuto Venezia all'asciutto. E in sostanza quanto dichiarato da Salvini e Zaia è corretto: sono le opere dell'ingegno umano, le infrastrutture, le tecnologie d'avanguardia a promuovere lo sviluppo umano e il benessere collettivo. Quest'anno l'Italia non è rimasta al freddo per il gas supplementare portato anche dal gasdotto Tap, che il "partito del No" ha fortemente contestato; ha fronteggiato le maree a Venezia grazie al Mose, a sua volta bersaglio di collettivi ambientalisti e "No tutto"; ha sofferto per la crisi idrica per la carenza di bacini idrici di riserva bloccati - guardacaso - dal partito dei contrari alle grandi opere.

La cui posizione troppe volte si è scontrata con il realismo dell'interesse pubblico tutelato - e non contrastato - da lavori pubblici e infrastrutture che mostrano il livello di avanzamento industriale e sociale del Paese piuttosto che frenarne la corsa verso il futuro.

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