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A Torino le toghe liberano l'imam Shahin e la sinistra già esulta

"La nostra gioia per la liberazione di Mohamed Shahin è immensa", fanno sapere gli esponenti di Avs all'ombra della Mole. "Noi più forti dell’arroganza repressiva del governo Meloni"

A Torino le toghe liberano l'imam Shahin e la sinistra già esulta
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La Corte d’appello di Torino ha fatto uscire dal Cpr di Caltanissetta l'imam Mohamed Shahin, intanto a Torino c'è già chi esulta. A farlo sono gli esponenti politici di sinistra sostenitori che, fin da subito, si sono schierati dalla parte dell’egiziano.

"La nostra gioia per la liberazione di Mohamed Shahin dal CPR di Caltanissetta è immensa", scrivono in una nota il vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, la capogruppo di AVS in Regione Piemonte, Alice Ravinale, e i consiglieri comunali di Torino di Sinistra ecologista, Sara Diena ed Emanuele Busconi, che nelle scorse settimane si erano molto prodigati presentando alcune interrogazioni.

La loro tesi punta il dito contro il Viminale: "È gravissimo che il ministro Piantedosi abbia costruito un decreto su basi inconsistenti, mentendo al Paese e alimentando un clima di sospetto verso una persona innocente e soffiando sul fuoco dell'islamofobia. Questa vicenda è l’ennesima dimostrazione di come si pieghi il concetto di sicurezza nazionale per fini politici. Shahin è stato privato della libertà senza motivo. La giustizia ha fatto il suo corso, ma il danno umano e civile resta".

Oltre a esultare la sinistra torinese pretende che il governo "chieda scusa, cambi rotta e ritiri il decreto di espulsione: non si gioca con i diritti fondamentali delle persone”.

Corte pro Shahin a Torino

Paolo Ferrero, ex ministro nel governo Prodi e attuale segretario provinciale di Rifondazione Comunista, si associa al giubilo per la decisione della Corte di appello: "Il tessuto democratico di Torino, la società civile torinese nelle sue diverse componenti si sono mostrate più forti dell’arroganza repressiva del governo Meloni. Bene! Nel salutare con gioia la scarcerazione e il ritorno di Mohamed, Rifondazione Comunista dice chiaramente che questo è un buon giorno per Mohamed Shahin, per la causa palestinese, per la città di Torino e per la democrazia nel nostro Paese e che nello stesso tempo la partita non è finita: occorre continuare la mobilitazione per impedire che l’accanimento del governo, dopo questa battuta d’arresto, possa proseguire con la deportazione di Mohamed in Egitto".

Nei giorni scorsi alla festa di Atreju il ministro Piantedosi parlando dell'imam aveva detto che (l'espulsione, ndr) "non c'entra niente l'Islam o il fatto che sia un imam, ma alcune frequentazioni e alcuni tipi di comportamento che per motivi di sicurezza nazionale hanno indotto l'autorità nazionale ad assoggettarlo a quel provvedimento".

Ma da Torino a

Roma i pro Pal sono scesi in piazza per chiederne la libertà, assieme a quella di altri personaggi che hanno espresso posizioni radicali a favore della Palestina e un po' troppo vicine alle follie di Hamas.

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