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La trattativa non si ferma "Si parte dai miei 8 punti"

Dopo l'intesa sul Colle, Berlusconi prosegue il dialogo: "Troviamo la quadra coi democratici per un esecutivo politico forte. Bisogna riaccreditarsi in Europa"

La trattativa non si ferma "Si parte dai miei 8 punti"

Berlusconi sembra ringiovanito dopo aver scampato i pericoli. Prima Prodi e poi Rodotà. Anzi, peggio quest'ultimo. Confessa infatti: «Non ho chiuso occhio all'idea che al Quirinale salisse Rodotà. Sarebbe stato molto peggio di Prodi». È soprattutto grazie alla tela tessuta da Gianni Letta che la situazione s'è sbloccata. Un'operazione durata due giorni, lunga e difficile. Ma determinante è stata anche l'azione del Cavaliere che, nel faccia a faccia al Quirinale, ha ribadito di voler lavorare per un governo delle larghe intese. Musica per le orecchie di Napolitano. Al quale, tuttavia, ha anche fatto capire che se l'operazione Rodotà fosse andata in porto, sarebbe stata una sorta di guerra civile. Il summit al Quirinale è andato talmente bene che al congedo Berlusconi ha perfino abbracciato Napolitano con tanto del consigliere del capo dello Stato, Pasquale Cascella, con i lucciconi agli occhi. Sta di fatto che il presidente dà atto a Berlusconi di aver tenuto una posizione da uomo di Stato. Il pomeriggio, con Napolitano che scioglie la riserva e accetta la ricandidatura, segna la vittoria del Cavaliere anche se in chiaro non lo ammette per non infierire: «No, non credo di aver vinto io». In una nota il ringraziamento ufficiale al capo dello Stato: «Oggi è una giornata importante per la nostra Repubblica. Ringrazio il presidente per lo spirito di servizio e per la generosità personale e politica con cui ha accettato di proseguire il suo impegno e la sua opera in un contesto tanto difficile e incerto. La situazione che viviamo richiede esperienza, saggezza, equilibrio, cultura politica e istituzionale: tutte qualità per cui Giorgio Napolitano è un riferimento per tutti noi».
Ma Berlusconi pensa a già al domani. «E ora lavoriamo per un governo forte, politico, e che duri - dice proiettato alle prossime trattative -. Adesso dobbiamo riaccreditarci in Europa e lavorare per trovare la quadra con il Pd». Già, le trattative. Cosa non semplice visto che dall'altra parte l'interlocutore è spaccato in mille pezzi. Anzi, il segretario è dimissionario. I canali di comunicazione, tuttavia, non si interrompono né con Bersani né, soprattutto, con Enrico Letta. L'obiettivo è quello di dar vita in breve tempo a un governo politico. Giuliano Amato è il nome che circola con più insistenza anche se non si nascondono le difficoltà. Un po' perché è il nome che la Lega ha già detto di non accettare.

Un po', ma soprattutto, perché pezzi di quel che resta del Pd rimangono refrattari a qualsiasi ipotesi di intesa con il Pdl. Berlusconi dice ai suoi: «Per noi valgono i nostri otto punti. Sono quelli che mettiamo sul tavolo per far ripartire il Paese». Ovvio che ora si apre un'altra complicatissima partita sulla costruzione del governo. Ma il Cavaliere sa che adesso ha due strade davanti a sé, entrambe percorribili: «O facciamo un esecutivo in tempi brevi o rimettiamo mano al megafono e si torna alle elezioni. E le vinciamo».

E da questa posizione di forza che il Cavaliere inizia a lavorare a una nuova fase: quella della ricerca delle larghe intese. «Spero sia arrivata l'ora della responsabilità anche nelle file del partito democratico. L'Italia non può più perdere tempo», ripete ai suoi il Cavaliere. Che poi rivolge il pensiero a quello che accade in piazza, preso d'assalto dai cinquestellati: «Se ne vedono di tutti i colori, adesso anche la comica marcia su Roma di Grillo e del suo fascismo buffo - dice Berlusconi in una nota - Una farsa che fa ridere ma che deve anche farci riflettere sui possibili sviluppi di questo movimento senza democrazia».
E cosa ne pensi il Cavaliere dei grillini lo si evince plasticamente anche nel momento della proclamazione di Napolitano in Aula. I pentastellati rimangono seduti, in segno di protesta. Berlusconi li guarda e scuote la testa amaro.


di Francesco Cramer

Roma

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