Tutti i trucchi anti autovelox dei furbetti

Vernici, fango, cifre e lettere "taroccati": così i truffatori rendono invisibili o irriconoscibili le targhe

Tutti i trucchi anti autovelox dei furbetti

La striscia d'asfalto potrebbe scorrere veloce. Ma non si può premere sull'acceleratore. La via che si deve raggiungere magari è dietro l'angolo, ma per arrivarci bisogna fare il giro dell'oca; il centro è chiuso al traffico o per entrarci bisogna pagare. Per non parlare di limiti di velocità spesso tanto anacronistici da sembrare piazzati proprio per incastrare gli sventurati che si trovano a passare da quelle parti. Telecamere, autovelox più o meno fissi, tutor lungo le autostrade, intanto, bastonano senza pietà. Per molti automobilisti una prigionia su quattroruote. La frustrazione dell'impotenza. Così ecco spuntare l'italica furbizia. Come «fregare» lo Stato vessatore? Come farla franca aggirando limiti e divieti? Giacomo Casanova, non fosse andato in gondola, sarebbe corso in soccorso dei furbetti della strada ripetendo davanti a un prefetto o a un giudice che «l'astuzia è un vizio, ma quando è onesta non è altro se non saggezza, cioè virtù». Dunque ecco «rivalutata» l'arte dell'inganno. La fantasia che ci rende famosi nel mondo applicata al raggiro. Basta osservare alcune foto scattate dalla Polstrada genovese (e che pubblichiamo qua.....), per rendersene conto.

TARGHE TAROCCATE

Non sono pochi i corridori da autostrada beccati con targhe inesistenti ma falsificate alla perfezione. Identiche nel supporto, nei caratteri e colori a quelle «originali». L'occhio elettronico filma tutto ma poi come rintracciare il proprietario della macchina? Ci sono poi sistemi più semplici, un po' più artigianali, senz'altro meno costosi. Le targhe vengono alterate modificando la composizione alfanumerica. Può bastare un pennarello indelebile per trasformare una «R» in «P» o una «F» in «E». Viceversa una sostanza scolorante. Mentre un pezzetto di nastro adesivo, appiccicato a dovere fa diventare «8» uno zero. E qua c'è il rischio che un incolpevole si veda recapitare un verbale per un'infrazione da lui mai commessa.

REFRATTARIE AI FLASH

Le chiamano targhe catarifrangenti: non appena vengono illuminate dalla luce la riflettono creando un effetto-abbaglio che rende illeggibile le generalità del mezzo. Ci sono appositi prodotti che permettono di «verniciarle» per creare l'effetto.

IL GIOCHINO DEL FANGO

Per la verità, un po' desueto ma comunque efficace. Basta sporcare un po di targa con la mota per rendere di fatto illeggibile, almeno in parte, numeri e lettere. C'è poi, qualche spericolato che avendo la targa attaccata sul portellone lo apre per eludere le telecamere. Trucchetto cittadino per fregare gli occhi magici nelle entrate Ztl.

CAMIONISTI STAKANOVISTI

Le astuzie utilizzate dagli autotrasportatori per guidare più di quanto previsto dal Codice della Strada sono in continua evoluzione. La Polstrada di Sampierdarena, di recente ne ha beccato uno partito da Napoli e diretto in Francia che aveva alterato il cronotachigrafo- l'apparecchiatura che registra le ore di guida di mezzi pesanti e autobus per controllare che gli autisti non guidino per più di otto ore giornaliere- piazzando nel cruscotto un potente calamita. Risultato, come fosse un telecomando, bloccava la «macchinetta». Gli agenti si sono insospettiti quando, analizzando le stampe del cronotachigrafo, si sono accorti che i chilometri percorsi dal veicolo non corrispondevano con quanto registrato.

FALSE PATENTI

C'è anche chi pur avendo quella vera, si procura una falsa patente. In caso di fermo potrà sempre provare a raccontare che «no, non era lui quello fermato dal vigile... era un amico cui aveva prestato l'auto». Naturalmente senza ricordare chi fosse.

TARGHE STRANIERE

Ultimi ma non ultimi quelli che immatricolano l'auto con targa straniera pur vivendo in italia (ci sono agenzie specializzate all'uopo). La vettura risulta poi spesso presa a noleggio. Uno stratagemma che, sfruttando una lacuna della normativa europea in materia di codice stradale, permette di scorrazzare impunemente. Infischiandosene, quindi, di Ztl, corsie riservate, divieti di sosta, telecamere.

Per incrociare la targa straniera con l'intestatario, le nostre autorità devono infatti richiedere le informazioni necessarie al Paese di immatricolazione della vettura in questione. Ma le banche dati estere, spesso, non sono accessibili. O quando forniscono i nominativi oramai il tempo è scaduto.

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