Uccise il rapinatore, assolto il gioielliere: «Si è difeso»

Uccise il rapinatore, assolto il gioielliere: «Si è difeso»

TorinoIl colpo di pistola che uccise il rapinatore Francesco Procopio, (nella foto a destra) il 10 agosto 2011 in una gioielleria di Torino, fu sparato per legittima difesa.
Lo ha stabilito la sentenza pronunciata oggi dal Gup Cristina Palmesino, che ha assolto il gioielliere Pierangelo Conzano, (foto a sinistra) 49 anni, dall’accusa di omicidio colposo con eccesso di legittima difesa. L’imputato è scoppiato in lacrime non appena ha sentito la lettura del dispositivo. «Non sono un giustiziere come mi hanno dipinto i giornali», ha detto. «In 30 anni che ho il porto d’armi, non avevo mai sparato neppure un colpo è stata soltanto una tragica fatalità: in quei momenti ho pensato soltanto a difendermi». I fatti, documentati con precisione dall’impianto di sorveglianza del locale di Conzano, avvennero nel popolare quartiere San Salvario, non lontano dal centro città. Era un pomeriggio e nel piccolo negozio entrarono Iaris Iacono, 32 anni, di Moncalieri (Torino) e Francesco Procopio, 35 anni, di Rivoli (Torino), presentandosi come normali clienti. Il primo aveva iniziato a parlare con i gioielliere, mentre il secondo, pareva tranquillo in attesa del proprio turno. A un certo punto, però, quest’ultimo scavalcò il bancone e venne a contatto con il gioielliere. Partì un colpo e subito dopo il sangue iniziò a uscire copioso dal braccio destro di Procopio. Il rapinatore si avvicinò all’uscita, ma rimase bloccato tra le due porte d’accesso al locale mentre il suo complice e l’esercente si contendevano la pistola. Passarono due minuti prima che la porta si aprisse e che Procopio potesse uscire. Il rapinatore percorse un centinaio di metri a piedi e, stremato, cadde in strada dissanguato. Quando i carabinieri arrivarono lo trovarono già morto e con addosso una pistola giocattolo. L’autopsia stabilì che il colpo gli aveva reciso l’arteria omerale. Iacono, invece, venne trattenuto nel locale dal gioielliere e fu arrestato in flagranza di reato. Per Conzano, però, da quel momento iniziò un incubo. Prima arrivò il sequestro della gioielleria per alcuni giorni, poi l’apertura del fascicolo per omicidio colposo con eccesso di legittima difesa da parte del pm Marco Sanini. Durante le udienze del processo, avvenuto con rito abbreviato, i legali di parte civile lo hanno descritto come una persona dal grilletto facile, paragonandolo al «Giustiziere della notte» di Charles Bronson.

«Una citazione - ha detto lui con gli occhi ancora lucidi dopo la sentenza - che non c’entra niente con questa vicenda. Mi dispiace, ma volevo soltanto difendermi. In molti vengono nel mio negozio soltanto per morbosità, mentre altri mi chiedono ancora se ho riaperto, quando in realtà non ho mai chiuso».

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