Potrebbe essere la volta buona, quella che segna la fine di un'epoca. Anas, il gestore della rete stradale e autostradale italiana, ha annunciato che entro la fine di quest'anno saranno completati gli ultimi 53 chilometri mancanti della Salerno-Reggio calabria.
Come dire: un sogno atteso da centinaia di migliaia di italiani che si realizza. Finirebbe per sempre l'opera infrastrutturale più imponente finora realizzata nel Paese, e anche la più lunga quanto a tempi di realizzazione.
La prima volta che se n'è parlato correva l'anno 1964: la Salerno-Reggio era stata pensata come quell'arteria, lunga 443 chilometri, destinata a collegare finalmente, su gomma, il Sud con il resto del Paese. E non lungo il tirreno, ma passando nell'entroterra, in molti punti montagnoso, di Campania, Basilicata e Calabria. Per questo era previsto che fosse senza pedaggio: Sud, allora forse più di oggi, era sinonimo di arretratezza, si pensava che i cittadini fossero poveri e non avessero i soldi per pagare.
Un vecchio documentario dell'Istituto Luce annuncia l'inizio dei lavori definendola «impresa ciclopica», e anticipando che «nel 1967 sarà pronta la prima metà». Mentre tutta la «vecchia» Salerno-Reggio doveva essere completata nel 1972. Campa cavallo: sono passati anni, decenni, e nel frattempo è arrivata l'Unione Europea a dirci che così com'era strutturata non andava poi tanto bene. Così, negli anni duemila, è iniziato il progetto di riammodernamento dell'autostrada. Che in realtà, più che sistemata, è stata completamente rifatta, e allargata in molti punti da due a tre corsie per ogni senso di marcia. Data di fine lavori prevista: 2003, poi rimandata al 2008, infine slittata al 2013.
Adesso i chilometri di percorso sono dieci in meno, 433, perché nel nuovo progetto alcune curve sono state «tagliate», accorciandolo. Gli ultimi 53 dovrebbero essere pronti entro dicembre 2013. Altri 322 sono stati fatti (alcuni, come si vede nella cartina, nel corso di quest'estate) mentre 58 chilometri, tra cui quelli che collegano Villa San Giovanni a Reggio Calabria, non rientrano nei lavori partiti nel 2001 perché non sono stati finanziati.
Se questa volta la tabella di marcia fosse rispettata, a Capodanno gli italiani potrebbero stappare lo spumante anche per festeggiare la fine di un'era. Quella che ci ha visto impegnati in conversazioni del tipo: «Andiamo in vacanza in Calabria? Il mare lì è meraviglioso»; «Sì, ma come? Non vorrai mica fare la Salerno-Reggio?».
Non era più un tratto della A3, una parte dell'autostrada del Sole, era la «Salerno-Reggio», cioè un luogo di confine in cui ti incammini sapendo a che ora parti ma non a che ora arriverai. È forse anche da lì che è nato l'incubo del famoso esodo estivo, e poi del controesodo, e la conseguente moda delle «partenze intelligenti», che però sulla Salerno-Reggio sono sempre stupide. È quella terra di nessuno in cui si parte, sognando la spiaggia e il mare cristallino come un miraggio nel deserto, con l'auto carica di bagagli e paccottiglia (pensate come doveva essere venti, trent'anni fa, senza aria condizionata né lettore mp3), pronti ad affrontare code di proporzioni bibliche.
Come in quella scena di «Benvenuti al Sud», con l'automobilista che dice in dialetto al «polentone» Claudio Bisio che «questa strada è sempre intasata», e la gente che, mentre il sole tramonta, inizia a uscire dall'auto, tira fuori l'ombrellone, le sedie pieghevoli, fa «i capannelli». E sembra quasi che pure quella sia una parte, peculiare certo, della vacanza, un rito cui è impossibile scampare, che un sempre più disperato Claudio Bisio osserva impotente.
Ecco, non lo sapevamo ma quella del 2013 potrebbe essere stata davvero l'ultima estate così: i lavori stanno procedendo, tra giugno e agosto hanno messo a posto altri 48 chilometri.
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