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Un'altra toga inchioda la gip amica di Vendola

Un pm al Csm: "Era a pranzo con la sorella del governatore prima del verdetto". Il governatore: "Stanno costruendo un processo mediatico".

Un'altra toga inchioda la gip amica di Vendola

La giudice di Bari Susanna De Felice mangia al ristorante con Patrizia Vendola, la sorella del governatore della Puglia. Qualche giorno dopo, il 31 ottobre, è proprio lei ad assolvere Nichi dall'accusa di abuso d'ufficio nell'inchiesta sulla sanità. Se è vera la scenetta dipinta al Csm dal pm Francesco Bretone, per la gup non si profila solo un trasferimento d'ufficio, ma un ben più grave processo disciplinare. Infatti, gli atti dell'audizione del 12 febbraio alla Prima commissione sono già stati inviati al Pg della Cassazione, titolare appunto (con il ministro della Giustizia) dell'iniziativa disciplinare. A Palazzo de' Marescialli Bretone ha fatto dichiarazioni pesanti come pietre, anche se non di prima mano. Ha detto che gli ha raccontato del pranzo una giornalista informata a sua volta da una collega, che ne era stata testimone oculare. Il pm ha precisato di non poter garantire sulla veridicità del fatto, ma a questo punto i consiglieri del Csm hanno deciso che ad accertarlo dovrà essere il Pg della Cassazione Gianfranco Ciani. Infatti, se effettivamente la De Felice avesse incontrato la sorella del governatore della Puglia alla vigilia del processo a Vendola, il suo comportamento avrebbe dei chiari profili disciplinari.

La Prima Commissione ha deciso alcuni mesi fa di sentire diversi magistrati pugliesi per valutare la necessità di un trasferimento d'ufficio del gup, per incompatibilità ambientale o funzionale. Un provvedimento che non si attribuisce ad una colpa del magistrato. Invece, le dichiarazioni di Bretone hanno impresso all'inchiesta una svolta ben diversa. Il pm è stato ascoltato al Csm con la collega Desirè Digeronimo, l'aggiunto Lino Giorgio Bruno e Antonio Diella, presidente dell'ufficio gip-gup di Bari. Quest'ultimo ha confermato che la De Felice gli aveva prospettato, in una nota, un'eventuale astensione per i suoi rapporti con la Vendola. Diella le aveva detto che non la riteneva necessaria, ma al Csm ha precisato che non toccava a lui pronunciarsi. Il caso è esploso dopo che Bretone e Digeronimo (che avevano chiesto la condanna a 20 mesi del leader di Sel), in una lettera riservata al Procuratore generale Antonio Pizzi e al procuratore di Bari Antonio Laudati, hanno espresso dubbi sull'imparzialità della gup, per l'amicizia con la Vendola. Per i pm avrebbe dovuto astenersi.

Il Csm ha deciso di intervenire, su richiesta di due consiglieri di Area, dopo la pubblicazione della notizia sul Giornale. I togati di Magistratura Indipendente e i laici Nicolò Zanon (Pdl) e Guido Calvi (Pd) hanno insistito perché la vicenda fosse approfondita nel suo complesso. Intanto ha avviato un'inchiesta la procura di Lecce e, per Panorama (che ieri ha pubblicato sul sito nuove foto di un altro pranzo del 2006 con Nichi Vendola e la De Felice allo stesso tavolo, con altri invitati), ha già ascoltato Patrizia Vendola sui suoi rapporti con la gup.

Il governatore Sel si è difeso: «Stanno costruendo un processo mediatico».

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