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Utero in affitto: così prende corpo la fronda dentro il Pd

Le parlamentari femministe e i cattolici del Pd sono schierati contro la 'gpa solidale' del radicale Riccardo Magi

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C’è chi dice no. Il Pd è alle prese con una nuova grana: la gestazione per altri ‘solidale’. L’emendamento, presentato alla Camera, dal segretario di +Europa sta letteralmente mandando in tilt i parlamentari democratici. Dopo due concitatissime riunioni, il Pd ha scelto di non decidere: scartata l’idea di astenersi, il gruppo non parteciperà al voto. Due ex ministre, però, non seguiranno questa indicazione. Marianna Madia e Paola De Micheli, infatti, hanno annunciato la loro intenzione di votare contro l’emendamento Magi. “Sono contraria alla gpa per ragioni politiche, etiche e personali”, ha spiegato a ilGiornale.it Paola De Micheli, confermando, però, il suo voto favorevole al riconoscimento dei figli delle famiglie arcobaleno e contrario al reato universale “per motivi giuridici e di merito”.

“Sono, poi, contraria per motivi etici sia in quanto cattolica sia per la mia idea femminista del corpo della donna e della maternità, ma anche per motivi personali perché ho avuto mio figlio attraverso la fecondazione assistita omologa e, quindi, conosco la fatica psicologica e fisica di una donna che fa questo percorso per restare incinta”, ha rivelato la De Micheli, fermamente convinta che la disponibilità di una donna a praticare la gpa nasca da una necessità economica o affettiva (come nel caso della gpa solidale). Anche la senatrice femminista Valeria Valente avverte: “Sono contraria a qualsiasi legittimazione della gpa, anche a quella solidale e, in Senato, ribadirò che la gpa, per me, è e resta un reato”. E aggiunge: “Quando il testo arriverà in Senato dirò la mia e voterò nel merito degli emendamenti sì o no sulla base non solo della scelta del gruppo ma anche della mia sensibilità”.

Anche il senatore Graziano Del Rio, intervistato dal Corriere della Sera, ha chiarito: “Rispetto la decisione sofferta dei deputati. Avrei personalmente proposto di dire con chiarezza no in Aula: sia al centrodestra, sia alla proposta di Magi. È un dibattito etico che non si governa con emendamenti. Ci sono implicazioni politiche e sociali: è una responsabilità enorme”. Che i cattolici del Pd siano sofferenti è cosa nota e persino personalità come Lorenzo Guerini e Bruno Tabacci sembrano orientati a votare contro l’emendamento Magi.

Più cauto è Paolo Ciani, vicecapogruppo del Pd alla Camera, che ribadisce la sua contrarietà alla gpa e attacca: “Quello di Magi è un emendamento molto strumentale presentato in una norma molto stringata e sembra più una proposta di legge. Sarebbe stato, infatti, più serio proporre una legge, ma in ogni caso dal mio punto di vista non cambierebbe nulla”. Come si paleserà questa contrarietà, però, non è ancora chiaro e “si manifesterà nella sede e nel momento opportuno”. Ed è proprio sul metodo sbagliato che si scaglia la De Micheli: “Anche quando c’erano Renzi o Zingaretti, che non avevano la maggioranza dei gruppi parlamentari, si sono trovati dei metodi per tendere verso l’unità.

Il problema è il metodo che ci diamo per discutere e decidere”.

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