I soldi del Qatar non finiscono mai. L’Emiro compra tutto. Quant’è? Ok, fatto. Neanche tratta. Valentino, poi Ibrahimovic e Thiago Silva. Più o meno settecentocinquanta milioni in un giorno. La moda, il calcio, le automobili, il lusso, i grattacieli: Hamad bin Khalifa Al-Thani è l’uomo che fa girare il mondo con l’idea di comprarselo. Pezzo per pezzo, fino a prendersi tutto. Un Paese grande quanto l’Abruzzo che diventa il padrone del pianeta. Possibile? Sì. Il denaro può. E l’Emiro ne ha tanto: arriva attraverso il suo fondo sovrano che da anni ha cominciato a investire a tappeto. È una scalata continua, nella quale il lusso, lo show, lo spettacolo sono la vetrina: Valentino è il top dello stile? Lo comprano. È la stessa logica usata per il calcio: attraverso il Paris Saint- Germain il Qatar si prende due tra i calciatori più forti del mondo, li aggiunge a quelli che ha già comprato nei mesi precedenti con l’idea di trasformare Parigi nella nuova signora del pallone globale. La Francia non è il fine, è il mezzo. La strategia è mettere le mani ovunque, diversificare, investire l’investibile.
I soldi non bastano perché si macinano. Non c’è bisogno di fermarsi e Al- Thani non si ferma. Il petrolio gli assicura il presente, il gas gli garantisce il futuro. La DanaGas è la cassaforte di Sua Altezza e della famiglia e il fondo sovrano del Qatar ha investito negli ultimi anni quattro miliardi di euro per le infrastrutture legate all’estrazione, alla distribuzione e al trasporto di gas. Non basta, non ancora. Lo shopping dell’Emiro in Europa e in America è cominciato diverso tempo fa:ha sessant’anni,guida il suo Paese dal ’71 e nel tempo ha preso il 17 per cento di azioni privilegiate della Volkswagen, è entrato a Hollywood (attraverso Walt Disney),s’è comprato i magazzini Harrods di Londra, ha una grossa quota della catena di supermercati british Sainsbury’s.
Tanto, sì. Non troppo. Così ha continuato: Paris Saint-Germain, poi un pezzo di Tiffany e la Costa Smeralda. Nel frattempo la quota in Volkswagen l’ha trascinato anche nell’azionariato Porsche. Ora Valentino. Il suo denaro ha appena finanziato la costruzione del nuovo e scintillante grattacielo simbolo della Londra olimpica. Quello di Renzo Piano. Quello che gli inglesi chiamano la scheggia. Soldi e interessi, affari e politica, impresa e opportunismo. Il Qatar è Occidente e Oriente insieme.
È la faccia nuova di un alleato strategico per Stati Uniti ed Europa. L’unico Paese del Medio Oriente che ha mandato i suoi aerei nella guerra in Libia è il Qatar. Al-Thani è amico personale dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy e ha ottimi rapporti anche con François Hollande. Idem con il premier inglese David Cameron e soprattutto con Barack Obama. Non importano i nomi, contano le bandiere: Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti. La strategia filooccidentale è un’idea fissa dell’emiro, che nel 2003 ospitò a Doha il comando generale della missione angloamericana nella guerra contro l’Irak di Saddam Hussein. Faceva tutto parte del piano che oggi il Qatar sbatte in faccia al mondo: siamo piccoli e ricchi, ma vogliamo tutto.
La diplomazia aiuta gli affari e gli affari servono alla diplomazia. È il nodo scorsoio stretto da Al-Thani che fa scivolare la corda a suo piacimento. Tira e molla, ma soprattutto tira.Perché l’Occidente è in crisi e lui no: allora compra, compra, compra. Per business e per soddisfazione personale. La sua sfida è con Dubai e Abu Dhabi: tre piccoli stati con immensi capitali. Chi è meglio? Chi vale di più. La casata reale qatariota vuole vincere.
Per promuovere se stessa e il suo Paese ripete sempre di essere l’emirato dei primati: il primo esportatore di petrolio, il più alto Pil pro capite, la più bassa tassazione sul reddito, il progetto del ponte più lungo del mondo da lì al Bahrein, l'unico Paese del Golfo che ha autorizzato la costruzione di una chiesa cattolica. I media parlano di Al-Thani come di un messia laico. La sua famiglia è anche la proprietaria di Al Jazeera: mondo islamico e però lingua inglese, tenendosi abilmente sempre al confine tra estremismo e flirt con l’Occidente.La tv si espande allo stesso ritmo del Paese. Esporta lo stile di vita e il potere che il Qatar vuole esercitare sul pianeta.
Un mix di tutto, anche di ciò che è apparentemente inconciliabile. A Doha si applica la sharia, ma in versione soft: è permessol’alcol e le restrizioni per l’abbigliamento femminile sono poco rigide, tanto che sta per partire un campionato di calcio con le giocatrici senza- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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