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"Nessun confronto". Roccella gela i sindaci sulle coppie gay

"Ci sono leggi e una sentenza precisa". Il ministro stronca la battaglia politica dei sindaci favorevoli alle trascrizioni dei figli delle coppie gay. Ecco cosa dice la Cassazione

"Nessun confronto". Roccella gela i sindaci sulle coppie gay

"Non c'è un confronto da fare. Ci sono leggi e una sentenza precisa". Il ministro per la famiglia e le pari opportunità Eugenia Roccella ha centrato il punto e chiude ai sindaci. Dopo la lettera ricevute da alcuni primi cittadini sui figli delle coppie gay e la richiesta di Beppe Sala di creare un'ammucchiata arcobaleno per perorare quella causa, l'esponente di governo ha replicato in modo netto a quanti avevano sinora tentato di creare un caso politico sull'argomento. Al di là delle posizioni prudenti dell'esecutivo, contrario a fughe in avanti sul delicato tema, esistono infatti un pronunciamento della magistratura e norme che al riguardo lasciano poco spazio alle interpretazioni.

"Contestano la Cassazione", Roccella stoppa i sindaci

"Ma i sindaci hanno letto la sentenza della Cassazione a sezioni unite?", ha bacchettato il ministro, entrando in punta di diritto sul controverso argomento d'attualità. "Quello che forse non è chiaro è che non c'è un contenzioso fra il governo e i primi cittadini che dichiarano di voler trascrivere in automatico gli atti di nascita formati all’estero. Quello contro cui questi sindaci protestano è la pronuncia del massimo organo giurisdizionale dello Stato, che traccia criteri interpretativi chiarissimi", ha dunque spiegato Roccella, riportando ampi stralci del suddetto pronunciamento a beneficio di tutti, "sindaci inclusi".

Utero in affitto e trascrizioni: cosa dice la sentenza

"Nella gestazione per altri non ci sono soltanto i desideri di genitorialità, le aspirazioni e i progetti della coppia committente. Ci sono persone concrete. Ci sono donne usate come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali. Ci sono bambini esposti a una pratica che determina incertezze sul loro status e, quindi, sulla loro identità nella società", si legge nello stralcio della sentenza della Cassazione del 30 dicembre 2022, riportato e ricordato dall'esponente del governo Meloni. E da un altro passaggio, ancora più chiaro, si evince che è da escludersi l'automatica trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero attestante il rapporto di filiazione da maternità surrogata, per disincentivare il ricorso a una pratica che asseconda la mercificazione del corpo, spesso a discapito delle donne più vulnerabili sul piano economico e sociale.

"Il riconoscimento della genitorialità non può essere affidato ad uno strumento di carattere automatico. L'instaurazione della genitorialità e il giudizio sulla realizzazione del miglior interesse del minore non si coniugano con l'automatismo e con la presunzione, ma richiedono una valutazione di concretezza", aveva inoltre stabilito la Cassazione. Una diversa soluzione - si legge sempre nella sentenza emessa nei mesi scorsi - porterebbe a "fondare l'acquisto della genitorialità sulla sola scelta degli adulti, anziché su una relazione affettiva già di fatto instaurata e consolidata".

I ragionevoli timori del governo

Sottolineando con il carattere maiuscolo un successivo passaggio, Roccella ha infine sottolineato - come riporta la sentenza - che "l'esclusione della automatica trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero non cancella, nè affievolisce l’interesse superiore del minore". Il tutto a conferma dei ragionevoli timori, espressi anche dal governo, che alcune trascrizioni possano avere come effetto quello di legittimare indirettamente la pratica dell'utero in affitto svolta all'estero.

La battaglia politica dei sindaci progressisti

Ma la controversia politica sull'argomento non sembra affatto destinata a esaurirsi. Anzi: i sindaci progressisti intendono usare la questione per dare battaglia al governo, con il sostegno delle associazioni Lgbt.

"La Cassazione si è espressa lo scorso dicembre su un caso specifico relativo una coppia di uomini, confermando il vuoto legislativo già rilevato dalla Corte Costituzionale", ha affermato in una nota Rosario Coco, presidente di Gaynet, contestando di fatto le ragioni del ministro Roccella.

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