"Asse largo sui diritti gay". Sala vuole l'ammucchiata arcobaleno

Il sindaco di Milano lancia l'idea di una coalizione anti-Meloni sulla trascrizione dei figli delle coppie gay. "Serve un asse molto largo". Poi l'appello affinché l'Europarlamento "costringa" l'Italia sull'argomento

"Asse largo sui diritti gay". Sala vuole l'ammucchiata arcobaleno

L'ammucchiata rossa non bastava, così ora la sinistra pensa a quella arcobaleno. Il fronte progressista intende infatti sfidare il governo con una grosse koalition all'insegna dei diritti Lgbt. L'idea è stata lanciata stamani dal sindaco di Milano Beppe Sala, che è volato a Bruxelles per lamentarsi dello stop del Viminale alla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali. In una conferenza stampa con la copresidente dei Verdi, Therry Reintke, il capodelegazione del Pd, Brando Benifei, e l'olandese Catharina Rinzema del gruppo di Renew, il primo cittadino si è dunque fatto promotore di un'alleanza politica che in Italia contesti la linea di prudenza dell'esecutivo (condivisa peraltro da diversi esperti di diritto).

Il campo largo Lgbt

Sulla registrazione dei figli delle coppie gay, ha teorizzato Sala, "serve un asse molto largo idealmente composto da Verdi, sinistra, Terzo Polo e M5s". Tutti insieme appassionatamente per dare battaglia alla maggioranza su un tema che in realtà non riguarda grandi numeri (come peraltro ammesso dallo stesso sindaco). In questi casi - ha aggiunto l'esponente dem in riferimento al possibile campo largo - "si fa prima a sottolineare le differenze che le cose in comune, ma su questo sarà necessario trovare convergenza". Poi l'ulteriore riferimento alla contesa politica: "È evidente che il centrodestra è forte, ma io ricordo a tutti che in sette anni che sono sindaco ho visto sei governi, e ho detto tutto. Non diamo per scontato che questa battaglia si debba perderla, anzi". Così, Sala si è fatto portavoce anche di altri sindaci progressisti intenzionati a battersi sull'argomento.

"Io e altri sindaci abbiamo chiesto al Parlamento italiano che si trovi una soluzione normativa per discutere la questione dell'equiparazione dei matrimoni. La via delle adozioni con questo sistema non funziona, l'adozione è un processo estremamente complesso e costoso in Italia ma con una legge sui matrimoni dello stesso sesso questo problema si può evitare", ha proseguito il sindaco di Milano, spiegando che la gente sul tema gli chiederebbe "di essere coraggioso". In reatà non ci sembra di vedere tutte queste richieste di popolo al sindaco di Milano, al quale invece i cittadini chiedono piuttosto e con insistenza di intervenire contro il degrado e le problematiche del capoluogo lombardo. Eppure, a sentire lui, sembra che ormai la principale urgenza dei sindaci sia la registrazione dei figli delle coppie gay.

La questione della maternità surrogata

"Noi non abbiamo fermato le registrazioni perché ci manca coraggio ma perché voglio evitare che un tribunale cancelli le registrazioni fatte, al momento siamo fermi al guado. Il problema in realtà è stato affrontato dalla Corte europea dei diritto dell'uomo con la sentenza incentrata sulla protezione dei diritti dei bambini sentenza su cui si è basato l'approccio della mia amministrazione", ha anche aggiunto il sindaco di Milano. "So che per la maternità surrogata anche nel mio partito ci sono idee diverse. In tutti gli altri casi è ora di agire", ha anche aggiunto. Ma il tema della gestazione per altri - a differenza di quanto fatto intendere - non è affatto marginale ed è proprio uno degli aspetti per i quali il governo non intende concedere aperture rischiose in tal senso. E anche tra i dem in molti chiedono chiarezza al riguardo.

"I numeri non sono grandi", ha ammesso il sindaco di Milano, circoscrivendo il perimetro della discussione. E ha attaccato: "A livello nazionale stiamo parlando di qualche decina di registrazioni fatte, con alcune in attesa ora. Ma è proprio questo ciò su cui fa leva il governo Meloni".

E siccome la battaglia progressista potrebbe non ottenere gli effetti desiderati, Sala si è anche appellato all'Ue: "Chiedo al Parlamento Europeo di costringere il governo italiano ad essere molto chiaro e a non rimandare la questione, a discuterla in Parlamento".

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