Il vecchio vizio dei grillini: molestare le ministre Pdl

RomaTempesta bis. Claudio Messora, capo della comunicazione dei grillini, finito nella bufera per il tweet contro Laura Boldrini, torna a far parlare di sé sui social network. Questa volta non per una iniziativa di queste ore ma per un vecchio pezzo pubblicato sul suo blog e «riesumato» da alcuni siti. Un post che risale al 2010, con pensieri in libertà - la maggior parte dei quali erotici - sulle tre ministre del Pdl Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Stefania Prestigiacomo.
Le polemiche si concentrano sulla chiosa dell'articolo, in cui si legge la descrizione di un sogno in cui a ogni ministra viene associata una fantasia sessuale e in cui non manca il riferimento a uno «stupro attivo» che Messora avrebbe paura di subire da una di esse. Il post si intitolava «Una cosetta a tre» con la Carfagna, la Gelmini e la Prestigiacomo. Dopo le polemiche seguite al tweet contro la Boldrini, il post è stato cancellato in parte, eliminando le allusioni erotiche. Sui social, però, lo sbianchettamento non è passato inosservato e in tanti hanno salvato la pagina cache dello scritto.
«È un vecchissimo post che riguarda la mia vita quasi privata. Non devo giustificarmi dopo quattro anni. Chieda piuttosto a chi fa questi scoop di giustificarsi su come interpretano la loro professione di giornalisti» dice Messora, ad Affaritaliani.it. Così come non bisogna dimenticare che tanti che ora si scandalizzano, in passato si sono resi protagonisti da sinistra di battute sessiste anche peggiori sulle donne di centrodestra. Dalle parti di Forza Italia parla Jole Santelli. «Sembra non ci sia fine al peggio che riesce ad esprimere M5S. L'ultima sortita di Messora è davvero l'apoteosi del disgusto. Quando ci sarà un rigurgito di dignità da parte delle parlamentari grilline?», si chiede. «Mi auguro non rimangano a guardare tale spettacolo da compiacenti complici». In verità un segnale di dissenso arriva dalla deputata Gessica Rostellato, in una intervista a Repubblica: «Una cosa è certa: non voterò M5S alle Europee. Ma lo vede cosa siamo diventati?» mentre Massimo De Rosa - quello delle offese sessiste in aula alle deputate del Pd - rinuncia all'immunità parlamentare per affrontare la loro denuncia.
Il capitolo «rissa in aula» non è però chiuso. I Questori della Camera hanno presentato la relazione sui fatti, censurando il comportamento del questore di Sc, Stefano Dambruoso e definendo di «eccezionale gravità» il comportamento di Di Battista. Dall'analisi degli episodi emerge «come numerosi parlamentari» M5S «abbiano adottato comportamenti che, esulando da ogni forma legittima di ostruzionismo o di contestazione, sono stati finalizzati a ostacolare materialmente, vale a dire attraverso forme fisiche di impedimento, il funzionamento degli organi parlamentari». Nel fronte pentastellato - nel giorno in cui Beppe Grillo grida al «colpo di Stato contro l'opposizione» e viene respinta la richiesta di espulsione nei confronti di Tommaso Currò, reo di aver firmato un emendamento di Fi a favore della messa sotto tutela di un'area marina a Milazzo - scoppia un altro caso, questa volta nel Consiglio regionale lombardo.

Qui in occasione della visita del Cardinale Angelo Scola i consiglieri M5S abbandonano l'aula. Un gesto forte per «rivendicare la laicità dello Stato e delle aule». Uno «schiaffo» simbolico, perfettamente in linea con l'escalation di toni e iniziative orchestrata dal movimento negli ultimi giorni.

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