Cerca la vita là dove regna la morte, Enzo, 50 anni non ancora compiuti e vedovo da due. Con un pennarello nero scrive il suo numero di cellulare su un biglietto di carta bianca, ritagliato con precisione da un quaderno a quadretti e poi lo lascia in bella vista su una lapide. Un recapito telefonico senza alcun nome né frase, incastonato nella foto ricordo, tra la data di nascita e quella di morte. Nell’era di internet e social network , lui ha scelto una strada alternativa per fare amicizia, quella del pizzino sulle tombe di giovani uomini che hanno lasciato a casa altrettante giovani mogli, potenziali compagne con le quali trascorre qualche ora piacevole, sconfiggendo così dolore e solitudine.
Nell'era di internet e social network, lui ha scelto una strada alternativa per fare amicizia, quella del pizzino sulle tombe di giovani uomini che hanno lasciato a casa altrettante giovani mogli, potenziali compagne con le quali trascorre qualche ora piacevole, sconfiggendo così dolore e solitudine.
Enzo - che vive in una delle città più grandi della provincia di Cuneo - può contare su una bella presenza e una buona condizione economica ma questo non è bastato per colmare il vuoto lasciato dalla sua dolce metà e neppure a trovarne un'altra, di metà. E così, con il senso pratico che distingue i piemontesi di origini contadine, Enzo ha pensato ad una «pesca facilitata» tra le tombe dei cimiteri, selezionando le possibili future compagne di almeno un tratto della sua triste esistenza, tra le vedove più giovani, ossia non oltre i cinquanta.
Non sono molte, fortunatamente, ma con loro l'uomo dei pizzini sul sepolcro, già ha un'esperienza forte e traumatica da condividere, perché sia chiaro che Enzo non cerca facili avventure e non ha scambiato il cimitero per un'agenzia alternativa di cuori solitari, lui cerca un'anima affine alla sua, disponibile a condividere quella solitudine e quel dolore che ti attanaglia dentro quando perdi la persona che ami. E la perdi nei peggiori dei modi. Enzo cerca solo conforto ed è disposto a darne, così come spiega Livia, che con lui ha parlato più di una volta. A trovare il biglietto, pochi giorni dopo la sepoltura del marito quarantenne, in realtà, è stata la suocera che, quando ha visto quel fogliettino di carta, ha subito pensato si trattasse di un amico del figlio appena scomparso che aveva perso i suoi recapiti e voleva così lasciare un messaggio per farsi rintracciare. Per porgere le condoglianze, anche se in ritardo, scambiare due parole e qualche ricordo, come di solito si fa tra chi ha perso una persona cara. «Mia suocera mi ha subito consegnato il foglio con il numero di telefono - racconta Livia - e alla sera l'ho chiamato». Due squilli ed Enzo risponde, chiarendo l'equivoco: «Non sono un amico di suo marito, volevo solo conoscerla - spiega -. Sono vedovo anch'io e ho pensato che potremmo farci un po' di compagnia».
A quelle parole Livia sbotta e rifiuta il «C'è posta per te al cimitero» con una sonora strigliata: «Quando mi ha detto il motivo per il quale aveva lasciato il numero di cellulare sulla tomba del mio Mario, gliene ho dette di tutti i colori. Ho considerato le sue parole come una mancanza di rispetto verso il mio dolore e mio marito. Poi ho capito di trovarmi di fronte ad un uomo che stava soffrendo almeno quanto me e lo lasciato sfogare».
«Non volevo offendere nessuno - le ha spiegato Enzo con voce tremante - cerco solo una persona che possa capire veramente cosa sto provando per la perdita di mia moglie».
E poi ha confessato: «Non è la prima vedova che mi richiama e di solito dopo il primo momento di turbamento ci vediamo per fare due parole, davanti ad un caffè». È a quel punto che a Livia è venuto un dubbio sulla storia strappalacrime dell'intraprendente vedovo e non ha accettato l'invito, però ha giocato i numeri al lotto: 61 e 30: cacciatore di vedove al cimitero.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.