Il videogioco «italiano» strega il mondo ma fa flop in Borsa

Il videogioco «italiano» strega il mondo ma fa flop in Borsa

Le caramelle di King Entertainement vanno di traverso a Wall Street. Nel giorno del collocamento in Borsa (Ipo), il titolo della società Anglo svedese che ha lanciato il noto gioco online Candy Crush, ha perso circa il 10%. Ed è dunque sceso, dai 22,5 dollari ad azione del prezzo fissato per il debutto, a circa 20 dollari, portando così il valore della società da 7 a circa 6,3 miliardi di dollari. Le previsioni degli analisti, che avevano bollato l'Ipo come «one trick pony», che starebbe per persona capace di fare solo una cosa, si sono avverate. Il problema è che il 75% del fatturato di King viene da un solo gioco, ossia Candy Crush. Per questo il mercato teme che si ripeta quanto accaduto con Zynga, la società Usa che ha creato Farmville, una hit online del 2011, che ha visto le sue azioni crollare del 50% dal prezzo del collocamento. Insomma gli utenti si potrebbero stancare delle caramelle colorate come già si sono stufati di lavorare nell'orto e impollinare le api.
Per il momento Candy Crush, che ha tra i fondatori anche un italiano Riccardo Zacconi, 46 anni, di grande esperienza, non un baby genio come spesso in questo settore, funziona alla grande. Lanciato due anni fa, il gioco, in cui per vincere bisogna mettere in fila caramelle gommose e colorate come fossero pezzi di Tetris, nel 2013 ha prodotto circa 600 milioni di dollari di utili e 1,88 miliardi di fatturato. E viene utilizzato da quasi 100 milioni di utenti al giorno. Pochi, per una app per chattare come Whatsapp, ma moltissimi se si pensa che è un gioco. Tanto per fare un paragone SuperMario, la hit di Nintendo, ha impiegato 25 anni per vendere 250 milioni di copie. Ma il gioco per console si acquista mentre quello online, almeno all'inizio, non deve costare nulla ma creare dipendenza immediata.
Proprio come era accaduto con gli uccellini arrabbiati, «Angry bird», della finlandese Rovio, un tempo super hit che ha però mancato l'attimo fuggente per tentare il collocamento nel 2012. Mentre King Entertaiment, che ha come principale azionista un rapace fondo di investimento, Apax Partner, si è precipitata in Borsa forte del risultato registrato nel 2013: gioco di maggior successo con la versione gratuita scaricata oltre 500 milioni di volte e 1,1 miliardi di partite giocate ogni 24 ore. Anche se a generare il fatturato è la versione «freemium», che tramite micro pagamenti, che fanno ricchi anche i negozi online di Apple e Google (che incassano commissioni dal 20 al 30%), vende ai giocatori nuove «vite» e altri extra.
Il semi flop di ieri non spaventa comunque Zacconi, da ieri comunque miliardario in dollari. «Non so cosa sia successo - ha detto- penso comunque che questo sia l'inizio di una maratona». Zacconi ha ricordato che la sua società, attiva dal 2003, produce 180 giochi di cui tre, oltre Candy Crush anche «Pet Rescue» e «Farm Heroes» tra i dieci più giocati su Facebook. In effetti i problemi della rivale Zynga, che comunque vale 4 miliardi di dollari, restano legati al fatto che Farmville è un gioco nato per i computer e non per i dispositivi mobili come smartphone e tablet a cui Candy Crush, con la versione Saga, si è rapidamente adattato. Le stime comunque dicono che l'industria del gioco online avrà un valore di 15 miliardi di dollari entro il 2015.

E Zacconi, con il suo team, spera di conquistare una fetta consistente del mercato grazie anche alle nuove sedi della società aperte in tutto il mondo. Oggi sono otto in tutto da Berlino a Seul fino a Bucarest. Senza però passare per l'Italia. Almeno per il momento.

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