A più di un giorno di distanza dalla sfilata "della vergogna" di Firenze, quella organizzata contro il fascismo del quale una certa sinistra invoca il ritorno per giustificare la sua presenza, da parte del Pd non ci sono prese di distanza. I cori inneggianti le foibe, le minacce al presidente del Consiglio e a chiunque venga da loro arbitrariamente indicato come fascista, solo perché di opinione politica diversa, sono stati chiari, scanditi in diversi momenti del corteo. Ma un motivo per questo silenzio, forse, c'è ed è dettato dall'imbarazzo. Sì, perché a sfilare con i violenti c'erano anche i democratici.
E c'era anche il sindaco Nardella, che prima di cominciare aveva assicurato che si sarebbe trattato di un corteo pacifico, per poi essere smentito pochi minuti dopo. Il clima d'odio, a Firenze, si respira da ben prima della rissa politica fuori dal liceo Michelangiolo. Benché le cronache non lo riportino e si cerchi di fare informazione a senso unico, addossando ogni responsabilità ai gruppi di destra, che comunque non ne sono privi, nel Giorno del Ricordo c'è stata un'altra zuffa. I collettivi di sinistra, quelli pacifici e democratici, incappucciati e muniti di cinghia, hanno assaltato i militati di destra impegnati a fare volantinaggio fuori dal liceo Pascoli per ricordare i martiri delle foibe.
E tutto torna nella "pacifica" Firenze, che pacifica non è mai stata. I cori che provengono direttamente dagli anni Settanta, che sono stati scanditi durante tutta la durata della manifestazione, lo dimostrano. E difficilmente non c'è stata premeditazione in questo. "Viva le foibe, il compagno Tito ce l'ha insegnato. Ogni fascista appeso fa infoibato", si è sentito in più occasioni durante tutto il corteo. Parole che sono riecheggiate per il centro di Firenze, che non hanno trovato nemmeno una minima presa di distanza dal Pd nazionale, forse perché servono i voti per le primarie. Gli unici a vergognarsi di quanto visto sono stati i dem di Palazzo Vecchio: "Non possiamo che dissociarci e stigmatizzare nettamente certi atteggiamenti: non era questo lo spirito della manifestazione".
Anche se, dire che non era questo lo spirito, appare ingenuo. Da tempo il Partito democratico usa le frange più estreme e violente come stampella per la propria causa politica, ossia il picconamento del governo Meloni.
Legittimare i collettivi, quelli che hanno denunciato il pestaggio fuori dal liceo Michelangiolo senza però condannare la violenza mossa dagli stessi gruppi contro gli antagonisti politici, li legittima alla violenza. E va sottolineato che durante il corteo sono anche apparsi manifesti pro Cospito. Anche questo non è un caso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.