Adalberto Signore
Roma Il Festival di Sanremo, gli arresti Finmeccanica, l'inchiesta su Monte dei Paschi di Siena, e soprattutto le dimissioni del Papa. Tutto in una manciata di giorni, con un elettorato che, secondo i sondaggi unanimi, conta ancora una percentuale del 20-30% di indecisi. Tutto sembra congiurare per una destabilizzazione delle scelte di chi deve votare ma non sa ancora come. E le ultime due settimane saranno sì determinanti, ma con i riflettori puntati su «altro».
Silvio Berlusconi, che di comunicazione se ne intende, ne è consapevole ed ammette senza giri di parole che la politica «avrà certamente meno attenzione da parte dei media». D'altra parte, che l'ex premier fosse favorevole a spostare il Festival non è un mistero per nessuno. A Palazzo Grazioli, dunque, si studiano le contromosse, tra le quali non si esclude il coup de théâtre. Il Cavaliere, infatti, potrebbe anche fare un salto al Teatro Ariston e sedersi in platea, magari sabato per assistere alla finale.
I politologi e i sondaggisti per adesso sono cauti sulle ripercussioni elettorali di questo 2013 affollato di notizie. Anche se tra i quadri delineati c'è un'ipotesi quasi da letteratura: l'istinto alla conservazione. Quando in una situazione di instabilità giunge un evento inaspettato, come può essere la notizia della rinuncia di Benedetto XVI, la tentazione è quella di confermare le proprie scelte dell'ultima chiamata alle urne.
La coincidenza dei tempi è indubbia, ai limiti della profezia: il 15 marzo si apre il Parlamento e inizia il Conclave. «Le strane idi», le chiama il blogger Mario Adinolfi. Ma per Renato Mannheimer l' elettorato «non reagirà» alle clamorose dimissioni papali. I candidati più comunicatori, «come Berlusconi e Grillo, che aumentano il loro elettorato andando sulle prime pagine», ne avranno però «un danno». La lettura non è scontata, tutt'altro. La caratteristica italiana in questo momento è «l'alta percentuale di indecisi - sottolinea Leonardo Morlino, professore di Politica comparata all'Università Luiss di Roma - questo vuol dire che eventi importanti che accadono in questi giorni possono avere un rilevo». Non è la notizia in sé, per quanto «storica», a essere incisiva. Ma la novità può portare una «maggiore incertezza del quadro, del contesto e quindi indirettamente portare a un voto più conservatore», con la conferma del partito «per cui si era votato nel 2006». E quindi si potrebbe «aprire uno spazio per il Pdl per ritrovare il suo elettorato sull'onda di un recupero».
La rimonta di Berlusconi per ora non è frenata dagli eventi, sembra condividere il politologo ed editorialista Roberto D'Alimonte, che ieri scriveva su Twitter: «Alla Camera comunque qualcuno avrà la maggioranza, se non sarà Bersani sarà Berlusconi». Secondo Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, la situazione per ora dovrebbe rimanere stabile, una notizia bomba come le dimissioni di Benedetto XVI «anestetizza».
Il voto tra Papa, Sanremo e Mps Cav tentato dal blitz all'Ariston
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