Il cane randagio costa, e il Comune lo dà in adozione. Con tanto di contributo.
Prende piede e si diffonde, un po' in tutta Italia, la pratica degli incentivi per l'affido dei quattro zampe, seguita ormai da decine di municipi animati dalla nobile intenzione di assicurare un tetto ai cuccioli senza padrone e dal più veniale scopo di alleggerire i bilanci. La legge divide le competenze tra Asl e Comuni. A questi ultimi sono addossate le spese di ricovero e mantenimento, attività quasi sempre cedute a terzi tramite convenzioni, nelle quali viene fissato il costo di vitto e alloggio di ogni ospite canino. Fino a qualche tempo fa si superavano abbondantemente i mille euro l'anno per ciascun esemplare. Poi la corsa al ribasso con le gare d'appalto: due anni fa un'inchiesta calcolava in 200 milioni di euro il business dei canili.
La tariffa quotidiana ora è calata vertiginosamente: a Veruno, nel novarese, il Comune paga 2,60 euro per cane. A Tortona, vicino Alessandria, poco di più: 2,93 euro. A Cagliari e a Bari il ticket giornaliero viaggia attorno ai 2 euro. Sembra poco, e forse lo è, tanto che non manca chi (comprese diverse Procure) si chiede come sia possibile assicurare l'assistenza con pochi spiccioli. Per i Comuni comunque un salasso, dal momento che ciascun randagio viene a costare annualmente non meno di 700 euro. Da qui l'idea: favorire le adozioni, risparmiando e assicurando loro una famiglia. Per riuscirci, più di un ente aggiunge moneta sonante una tantum o benefit.
Esempi: in provincia di Udine, a Pasian di Prato, garantiscono 1.000 euro. «Prima la cifra era più bassa - racconta il sindaco Fausto Cosatti - e l'iniziativa non aveva iniziato a funzionare. Allora abbiamo messo a disposizione una somma più alta». Sempre in Friuli, il bonus è di 743 euro a Tagnavacco, di 677 a Udine. In Veneto Reana assicura 500 euro. A Borgo San Dalmazzo, nel cuneese, si può scegliere: 258 euro una tantum oppure «la fornitura gratuita per un anno di visita medica veterinaria, fornitura di collare, museruola, paletta e sacchetti per la raccolta delle deiezioni, buoni per il lavaggio del cane». In Toscana, a Fucecchio il Municipio riconosce 300 euro, che diventano 370 a San Casciano. A Santi Cosma e Damiano, dalle parti di Latina, gli incentivi sono spalmati nel triennio: 500 euro all'atto dell'adozione, 400 l'anno successivo, altri 300 al terzo. Palazzolo Acreide, nel siracusano, offre tra i 240 e i 360 euro, mentre a Frattaminore, alla periferia di Napoli, si ha diritto a 100 euro, ma a semestre, previa dimostrazione «del regolare mantenimento dal punto di vista igienico-sanitario e nutrizionale».
Così il fenomeno prende piede, per la gioia di Enpa e Lega per la difesa del cane, in campo per sostenere, «anche attraverso specifici protocolli d'intesa con gli enti locali, un'iniziativa che contribuisce alla risoluzione del problema del randagismo». Intanto, in rete proliferano i siti ad hoc. Su tutti www.adottauncane.net, dal quale Carla Marchisio illustra i vantaggi dell'adozione canina: «Sono animali sani, vaccinati. Non aspettano altro che essere adottati da umani buoni come loro».
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