Intervenire sulla tassazione ed estendere i bonus

Qual è la situazione dell’auto aziendale «a metà del guado nell’anno orribile 2009»? L’acqua è sempre alta, la corrente impetuosa, la sponda lontana. Il guado è dunque ancora molto difficile. I numeri parlano chiaro. In maggio le immatricolazioni a privati sono aumentate dell’11,34%, quelle ad aziende sono calate del 46,21%. Le ragioni di questo andamento così divaricato sono chiare. Gli acquisti dei privati sono sostenuti dagli incentivi e, inoltre, il clima di fiducia dei consumatori dal manifestarsi della crisi globale a oggi non ha subito una caduta drammatica, ma, anzi, sia pure con qualche oscillazione, è in sostanziale tenuta. Per le aziende il quadro è invece radicalmente diverso sia perché non hanno in genere nel loro parco vetture così vecchie da poter essere rottamate, sia perché le soluzioni ecologiche non sempre soddisfano pienamente le loro esigenze. E a tutto ciò si aggiunge che la domanda delle aziende è condizionata molto più pesantemente di quella dei privati dalla crisi economica.
Al convegno promosso all’Università di Bologna da Centro Studi Promotor, Continental Italia e Facoltà di Scienze Statistiche su «L’auto a metà del guado nell’anno orribile 2009», particolare attenzione è stata dedicata anche alla situazione dell’auto aziendale ed è emersa la necessità di interventi governativi strutturali e congiunturali. Sul piano strutturale non appare ulteriormente tollerabile che il trattamento fiscale dell’auto aziendale sia così lontano dagli standard degli altri Paesi europei. Per fare qualche esempio, l’Iva, che in Italia è detraibile al 40%, in Germania, Francia e Gran Bretagna si detrae al 100%. Un discorso analogo vale per la deducibilità dei costi di esercizio, mentre il regime di ammortamento ammesso in Italia è soltanto quello ordinario, senza la possibilità di ricorrere agli ammortamenti anticipati. E vi è anche la questione del trasferimento di proprietà delle vetture usate che interessa le auto aziendali e quelle private. In Italia l’imposta da pagare quando si vende un’auto usata è decisamente salata, mentre nel resto d’Europa non esiste o è poco più che simbolica. Sul piano strutturale quindi bisogna cogliere l’occasione della crisi per dare finalmente un assetto moderno ed «europeo» alla tassazione sull’auto. Interventi sarebbero però opportuni anche sul piano congiunturale: l’estensione della possibilità di acquistare con incentivi, non soltanto il 23% delle auto offerte sul mercato italiano come avviene con la regolamentazione attuale, ma il 100%, come in Germania, può dare una mano.

E un contributo molto significativo può venire dall’adozione di una «Tremonti-ter», che consenta sgravi fiscali per l’acquisto di beni di investimento. Un provvedimento di questo tipo darebbe una bella spinta, non solo alle auto aziendali, ma anche ai veicoli commerciali e industriali, oltre che naturalmente all’intera economia.
*Direttore Centro Studi Promotor

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