INTERVISTA - Bruno Mars: "Mi piace il vintage. E ai Grammy sfido pure Eminem"

Piccolino com’è, manco ti immagine­resti che è lui la nuova rivelazione del pop mondiale, quello commerciabilissimo, sirin­gato di R&B e reggae e hip hop, insomma il ragazzo giusto al posto giusto

INTERVISTA - Bruno Mars: "Mi piace il vintage. E ai Grammy sfido pure Eminem"

Piccolino com’è, manco ti immagine­resti che è lui la nuova rivelazione del pop mondiale, quello commerciabilissimo, sirin­gato di R&B e reggae e hip hop, insomma il ragazzo giusto al posto giusto. Bruno Mars ha venticinque anni, in realtà si chiama Peter Gene Hernandez, viene da Honolulu, mica da New York, e abita tuttora nella stessa stra­da dove andava a scuola il concittadino Oba­ma. Fin qui, direte, niente di che. Però ha ap­pena intascato sette nomination ai Grammy Awards in categorie tutte d’un pezzo come disco dell’anno o produttore dell’anno (solo Eminem ha fatto meglio: dieci), il cd Doo­wops & hooligans è in testa persino in Nuova
Zelanda e il suo Just the way you are è il vero brano dell’inverno. Perciò lo cercano tutti, Festival di Sanremo compreso (che non lo avrà), e tra sabato e domenica è passato ad Amici su Canale5ea Quelli che il calcio a rice­vere applausi sorpresi: già, perché questo hawaiiano è all’appa­renza il contrario della popstar (anche se ha avuto qualche proble­mino con l’antidroga).

Bruno Mars, anche gli americani non si aspettavano sette nomination ai Grammy, più di La­dy Gaga.
«È incredibile, una soddisfazione enorme che ripaga tutto il tem­po, più di un anno, tra­scorso registrando il cd».

Ha chiamato in stu­dio anche Damien Marley, figlio di Bob: duettate in Li­quor store blues .
«Alle Hawaii il reggae va ancora fortissimo. Ma d’altronde è un po­sto­nel quale si incrocia­no tanti stili musicali di­versi ».

Pure il suo nome d’arte è un incrocio.
«Sì, diciamo che Bru­no viene da Bruno Sam­martino (un wrestler nato in Abruzzo nel 1935 e naturalizzato americano - ndr). Mio padre mi chiama Bruno sin da bambino. Mars poi è arrivato dopo».

Da bambino lei imitava Elvis, nel tito­lo del cd c’è il doo-wop, un genere di musica figliastro di rhtyhm’n’blues e r’n’r degli anni 50...
«...Era quello che ascoltavo da ragazzo...».
... e il suo look ricorda anche i cantanti di mambo.
«Ma a me piace la dance, mi piace il rock».

È candidato come miglior produttore. Succedesse, il giorno dopo la cerche­rebbero tutte le superstar.
«Non avrei limiti di genere, mi piacerebbe produrre i dischi di Alicia Keys o Kings of Le­on come quelli di David Guetta».

Una volta di andava in tour per vende­re dischi. Oggi si fanno dischi per anda­re in tour (e guadagnare).
«E io voglio andare in tour finché posso».

Il suo singolo si intitola Just the way you are e invita ad apparire davvero per come si è.

Oggi va di moda il contra­rio.
«E la mia è una canzone dedicata soprattut­to alle giovani donne, che sono spesso schia­ve dell’apparenza fisica. No, devono capire che loro sono belle proprio per come sono, non per come appaiono».

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