Politica

Intervista hard, Fini querela il Giornale La procura indaga: attentato eversivo

Il Giornale parla di un video dell'escort che vuole gettare fango sul presidente della Camera. Il leader Fli dà mandato ai legali per querelare il Giornale e Libero. I finiani: "Campagna di annientamento". Il Pdl non ci sta: "Limitiamoci al confronto politico". Ma Bocchino ci denuncia per stalking. La procura di Bari apre un fascicolo per "attentato eversivo" in relazione al presunto attentato a Fini. Belpietro sentito a Milano: "Non ho rivelato la mia fonte"

Intervista hard, Fini querela il Giornale 
La procura indaga: attentato eversivo

Roma - Il Giornale parla di un video dell'escort che vuole gettare fango sul presidente della Camera Gianfranco Fini, mentre Libero rivela la soffiata sull'attentato propagandistico allo stesso Fini. Il leader del Fli dà subito mandato ai propri legali per querelare sia Il Giornale sia Libero. I finiani fanno quadrato e accusano: "Contro di noi è in atto una campagna di annientamento". Ma il Pdl non ci sta: "Limitiamoci al confronto politico". Intanto la pocura di Bari ha aperto un fascicolo per "attentato per finalità terroristiche o di eversione" in relazione al progetto di un presunto attentato a Fini da compiere in una sua prossima visita ad Andria.

L'indagine della procura di Bari La procura distrettuale di Bari ha aperto un fascicolo per "attentato per finalità terroristiche o di eversione" (articolo 280 del codice penale) in relazione ai contenuti dell’editoriale di ieri del direttore di Libero, Maurizio Belpietro, riguardante il progetto di un attentato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, da compiere in una sua prossima visita ad Andria. Per ora l’ipotesi di reato è nei confronti di sconosciuti.

Il coordinamento dell'inchiesta Nell’inchiesta, coordinata dalla Procura distrettuale di Bari in stretto contatto con quella di Milano, si ipotizza l'eversione dell’ordine democratico in quanto l’obiettivo dell’attentato paventato è un’alta carica dello Stato. Le indagini per accertare la veridicità di quanto pubblicato da Libero e individuare eventuali responsabili sono affidate alla Digos di Milano, Bari e Roma e coordinate dalle Procure distrettuali dei capoluoghi lombardo e pugliese. La Digos di Roma è stata interessata - a quanto si è saputo - per gli accertamenti riguardanti gli spostamenti del presidente della Camera dei deputati. Secondo quanto accertato sinora, in via informale, il presidente della Camera non avrebbe in programma alcuna visita ad Andria per la prossima primavera. Il verbale dell’interrogatorio di Belpietro, ascoltato ieri a Milano dal procuratore aggiunto Armando Spataro, è stato già trasmesso alla procura di Bari.

Belpietro non rivela le propeie fonti Maurizio Belpietro, direttore di Libero, sentito ieri dal procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, in riguardo al fondo pubblicato dal quotidiano su un presunto attentato a Fini non ha rivelato al pm la sua fonte e adesso aspetta che sulla vicenda indaghi la magistratura. Belpietro non si aspetta "nessuna evoluzione" della vicenda, quanto piuttosto che "facciano indagini su fatto che non potevo non raccontare", anche in considerazione del "rilievo" delle persone coinvolte. "Ho raccontato i fatti per come mi sono stati riferiti", ha aggiunto il giornalista, precisando anche di "non aver fatto il nome della propria fonte", che gli ha chiesto di restare riservata, vincolandolo al segreto professionale.

Il Fli attacca: "Campagna di annientamento" "La campagna di annientamento politico che i giornali vicino al premier hanno nuovamente scatenato contro Fini - ha commentato Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e Libertà - non fermerà Futuro e Libertà che anzi realizzerà il proprio Congresso a Milano chiamando a raccolta chi nel centrodestra e nel paese non intende chinare la testa". Subito dopo Urso ha lanciato un secco ammonimento: "Noi non ci lasciamo intimidire nè dalle liste di proscrizione e neppure dal fango e dai veleni che la politica della corruzione ha messo in campo contro chi non si arrende".

Bocchino: "Denuncio il Giornale per stalking" Italo Bocchino ha dato mandato al suo avvocato di "preparare una denuncia contro ’Il Giornalè che vada oltre la diffamazione e che configura la persecuzione con molestie insistenti, cioè lo stalking". "Chiederò alla procura di Milano di valutare il ruolo che ha in questa persecuzione l’editore occulto del quotidiano, cioè Silvio Berlusconi", ha annunciato in un'intervista alla Stampa lo stesso presidente dei deputati di Fli. "Denuncio il Giornale - ha spiegato Bocchino - non su un fatto specifico ma sulla persecuzione messa in atto nei confronti miei e della mia famiglia tesa a limitarmi nella mia libertà politica e in quella imprenditoriale di mia moglie". L’esponente finiano è tornato sulla notizia del presunto attentato a Fini la cui responsabilità sarebbe dovuta ricadere su Berlusconi: "La notizia data da Libero dimostra che la persecuzione che hanno messo in atto sta giocando loro brutti scherzi. Di questo passo la politica sarà così avvelenata che gli italiani chiederanno il conto a chi ha voluto questo clima, in particolare alle redazioni di Libero e del Giornale, che ogni giorno violentano la realtà".

Il Pdl: "Limitarsi al confronto politico" "Già ieri queste cose mi sono sembrate strane. Limitiamoci al confronto politico - ha subito ribattuto il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri - i temi estranei alla politica devono rimanere fuori". Conversando con i giornalisti sugli articoli pubblicati da Libero e dal Giornale, Gasparri ha ricordato e sottolineato più volte che "lo stesso Belpietro è stato sentito dalla magistratura". Della stessa opinione pure il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: "Premesso che il Fli non può dare lezioni di nessun tipo perchè ricordiamo come è stato cavalcato il caso Ruby e altre vicende di gossip, va detto in modo netto che il dibattito deve rimanere sul piano politico e non riguardare vicende personali, siano esse vere o meno, di alcun tipo".

Udc: "No a stagione di veleni" "Dopo il fango di questa estate nei confronti del presidente della Camera - hanno invece commentato il capogruppo dell’Udc al Senato Gianpiero D’Alia e il vicecapogruppo centrista alla Camera, Gian Luca Galletti -  dobbiamo impedire che si vada verso una nuova stagione di veleni". "Tutte le forze politiche sono chiamate a un supplemento di responsabilità, senza speculare in alcun modo su vicende oscure, trame e sospetti che rincorrono voci del tutto incontrollate - hanno spiegato i due esponenti centristi - sarà la magistratura a fare piena luce".

"Nel frattempo - hanno concluso - soprattutto chi ha ruoli di responsabilità politica e di governo è chiamato a impedire che queste vicende condizionino la politica italiana".

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