Cronaca locale

Intervista Stefano Carugo

Stefano Carugo, all’ultimo consiglio regionale non era più seduto vicino alla sua collega Nicole Minetti. Solo un caso?
«Mi spiace, ma non ce la faccio più a star seduto in quel posto».
Cosa le ha fatto quella gran bella ragazza della Minetti?
«Non la Minetti, ma la gente per strada. Quest’ultima campagna elettorale a Monza è stata terribile, mi hanno insultato».
E cosa le hanno detto?
«Vergognati, voi politici siete tutti uguali. Tu che sei un cattolico e padre di famiglia, come fai a stare lì, seduto vicino a quella?».
Lei è cattolico e padre di famiglia?
«Ho una reputazione cattolica da difendere e sei figli a casa. Sono medico e faccio parte dell’Associazione famiglie numerose».
«Nolite iudicare», non giudicate diceva Gesù Cristo nel discorso della montagna.
«E infatti io non giudico assolutamente, a giudicare ci pensino i giudici e Dio padre».
Però ha scaricato la Minetti.
«La situazione è diventata insostenibile».
Addirittura insostenibile?
«È che girano le foto e in tivù mi si vede sempre seduto vicino a lei. All’inizio erano messaggini o battutine, la maggior parte d’invidia, adesso sono insulti».
Cosa è cambiato?
«Le intercettazioni che si possono ascoltare e leggere sui siti dei giornali: la voce della Minetti che dice cose terribili e insulta pure Berlusconi. Questo i nostri elettori non glielo perdonano. E sono davvero nauseati».
Lei non giudica, però giudica.
«Assolutamente no. La pietas cristiana mi porta nelle carceri a visitare chiunque, a dare aiuto a tutti. Senza mai un giudizio».
Ma non si era accorto prima della sua vicina di banco?
«Ripeto che io non voglio sapere chi sia e che cosa abbia fatto. Voglio solo che la mia immagine non sia collegata alla sua».
Sarà d’accordo che non è stato un gesto da cavaliere.
«Lei è una ragazza carina e molto più intelligente di quanto non appaia. Io ne ho parlato anche con lei in questi mesi, so che capirà».
Ora chiederà anche le dimissioni della Minetti?
«Assolutamente no. A quello deve casomai pensarci il partito, forse si perdono consensi e credibilità anche per fatti come questo».
Le posso chiedere ancora perché non l’ha fatto prima.
«Tante volte si appiccicano delle etichette sbagliate a una ragazza magari solo perché è carina. Ma ora ci sono le intercettazioni».
Anche don Verzè aveva rassicurato Formigoni.
«Se sentisse le intercettazioni, magari oggi non lo farebbe più».
Ora lei è l’ex uomo più invidiato d’Italia.


«Io voglio solo essere ricordato per il mio lavoro, per il quoziente famiglia portato in Regione o per il mio lavoro con i carcerati».

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