Massimo Restelli
da Milano
Dopo la difesa armata annunciata venerdì scorso dallad Matteo Arpe, Piazza Affari corregge tempi e prospettive delleventuale matrimonio tra Intesa e Capitalia. Il presidente Giovanni Bazoli aveva più volte ribadito che Milano si sarebbe mossa in unottica squisitamente «amichevole» ma adesso le trattative si allungano e Roma appare più forte.
Venuto meno il preteso accerchiamento, si è così spenta la speculazione su Capitalia (meno 2,17% a 6,7 euro) che la scorsa settimana aveva messo a segno una rincorsa del 7%. Il ragionamento è il seguente: ora che Capitalia ha acquistato il 2% di Intesa sterilizzandone i diritti di voto secondo quanto prevede il Testo unico della Finanza per le partecipazioni incrociate, a Bazoli non rimane altra strada che rinunciare alla partita o pensare a unofferta «generosa». Visto che lalternativa sarebbe il lancio di unOpa ostile che costringerebbe i soci di Intesa a un esborso da 10 miliardi.
A ribadire la filosofia amichevole dellapproccio di Intesa è stato peraltro lo stesso ad Corrado Passera durante il road show di due giorni in corso a Londra. Nella convinzione che solo da unimpostazione «industriale» possa sgorgare unadeguata produzione di valore. Lasciando ai grandi azionisti il compito di decidere gli equilibri di governance e la squadra di vertice di un aggregato che potrebbe essere controllato da una holding. Toni distensivi anche dal Crédit Agricole, grande socio di Intesa con il 15%, che su richiesta della Consob ha smentito le ricostruzioni che lo volevano impegnato a rastrellare azioni romane per evitare una diluizione in caso di fusione. La Regione Siciliana (socia di Capitalia con il 2,85%) ha rilevato che lingresso in un grande gruppo europeo «non rientra» nei propri progetti, ma la scommessa del mercato è che si affaccerà qualche altro pretendente e il lavoro degli hedge fund prosegue. Tanto che anche ieri è passato di mano l1,9% di Capitalia, a dimostrazione di come Roma catturi lattenzione degli istituzionali. Quei pesi massimi della finanza, tra cui forse Lehman Brothers, che hanno aiutato Capitalia ad accumulare il 2% di Intesa con un corposo prestito titoli (pari all1,7%). Cui Arpe ha abbinato prodotti derivati come gli equity swap così da rendere più rapido leventuale smobilizzo del pacchetto.
La mossa, portata a termine da Arpe in anticipo rispetto allannuncio di Intesa, avrebbe sollevato perplessità nellazionariato di Capitalia ma ha convinto gli esperti di Ixis e di Banca Akros.
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