Intesa, i consigli danno l’ok Cucchiani prende il timone

Intesa, i consigli danno l’ok Cucchiani prende il timone

«È stata una decisione unanime, non c’è stata alcuna contrapposizione». Il presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, ha voluto autorevolmente smentire che la scelta del nuovo consigliere delegato Enrico Tomaso Cucchiani abbia portato con sé strascichi e malumori sottolineando che «la scelta rapida, con l’obiettivo di crescere all’estero, è sinonimo di solidità della banca».
In effetti, non si può dire vi sia stata lentezza. Individuato il successore di Passera, il professor Bazoli ha convocato ieri a Torino il cds e il consiglio di gestione e nel giro di poche ore entrambi gli organi si sono espressi univocamente a favore della designazione, conferendo a partire dal 22 dicembre prossimo all’ex numero uno di Allianz in Italia l’incarico di consigliere delegato e ceo, lo stesso ruolo che ricopriva il neo ministro dello Sviluppo. Cucchiani si è immediatamente dimesso da consigliere Unicredit con una telefonata al presidente Dieter Rampl. Guido Ghisolfi, invece, è il nuovo consigliere di sorveglianza in sostituzione di Elsa Fornero. Le prime dichiarazioni da nuovo ceo hanno messo in rilievo come Intesa sia «frutto della visione strategica del suo presidente e di un management di grande talento».
Il professore ha sempre dosato le parole, le precisazioni di ieri, perciò, rendono più chiaro il quadro. «Le interpretazioni basate sulle contrapposizioni tra i soci sono insussistenti», ha specificato evidenziando che «Passera non aveva indicato un successore, né interno né esterno» negando qualsiasi tipo di moral suasion esterna. Non meno importante la stretta di mano da photo opportunity con il presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia e reciproci riconoscimenti. «Ti siamo grati, professore», dice uno, l’altro ringrazia «soci fedeli e lungimiranti».
I fatti si sono svolti un po’ diversamente. La Compagnia di San Paolo, primo socio di Intesa col 9,9%, aveva cercato di promuovere una scelta «torinese» indicando Modiano e Gallia. Non ottenuta soddisfazione su quel fronte e, volendo «incidere», ha sostenuto la conferma di Marco Morelli, dg vicario e interim ceo. Suscitando aspettative legittime per il capo della Banca dei Territori, core business della banca.
Aspettative che la nomina di Cucchiani non ha confermato, ma lo stesso Bazoli ieri ha evidenziato che l’ampliamento delle deleghe dei dg Morelli e Micciché sarà discussa «nelle prossime settimane». La loro valorizzazione potrebbe essere resa più facile se i vertici di Biis, Francesco Micheli e Mario Ciaccia, seguissero Passera al ministero. La situazione è aperta e le parole del presidente del cdg Andrea Beltratti («Spero che restino al loro posto») lasciano trasparire qualche incertezza. Che dovrebbe essere sopita non solo dall’aumento delle competenze ma anche dalla difficoltà nell’ottenere altrove un ruolo altrettanto rilevante.

Basti pensare che l’unica poltrona libera a oggi è quella di ad della fragile Bpm. Benessia ha perso due volte la stessa partita anche se Torino non lo ha sostenuto. Si fanno già i nomi del successore: l’ex presidente del cdg Intesa, Enrico Salza, sarebbe in pole position.

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