Economia

Intesa italo-francese da 4 miliardi per Finmeccanica

Andrea Nativi

da Milano

Il vertice italofrancese che si svolgerà a Parigi la prossima settimana è molto importante per l’industria della difesa italiana, che attende il via libera al programma Fremm-Rinascimento per la realizzazione congiunta di ventisette navi da guerra destinate alle Marine dei due Paesi. Un progetto che vale complessivamente ben oltre i 10 miliardi di euro (almeno 4 miliardi per l’Italia) e che ha inoltre un notevole potenziale export, visto l’interesse già espresso da Paesi come Belgio, Turchia e Grecia.
Pier Francesco Guarguaglini, numero uno di Finmeccanica, ha detto che dal summit «potrebbe arrivare la benedizione al programma», anche se prudentemente ha aggiunto di non aspettarsi nulla. In realtà in queste settimane sono stati compiuti significativi progressi, soprattutto da parte italiana, visto che la Francia ha da tempo trovato sia i finanziamenti, sia gli accordi con le industrie per avviare la costruzione delle prime delle sue 17 unità. L’Italia invece per ora può contare su uno stanziamento iniziale di 400 milioni di euro, inserito nella legge sulla competitività, che basta per pagare il 75% del costo di una prima unità - 350 milioni a nave - e una fetta dei costi di sviluppo, che superano i 500 milioni di euro. Si spera ora di individuare un canale per racimolare almeno altri 4-500 milioni fuori bilancio Difesa per consentire di sostenere l’attività di produzione e c’è un consenso bipartisan in Parlamento in questo senso. Complessivamente sono dieci le fregate per la Marina militare, in due diversi allestimenti.
Nel programma Rinascimento sono coinvolte quasi tutte le aziende della galassia Finmeccanica e la Fincantieri. Le navi italiane e quelle francesi sono in realtà simili, ma certo non identiche perché alla fine configurazione e sistemi sono diventati per lo più nazionali. Troppo forti gli interessi delle rispettive industrie e le differenze tra i requisiti, con i francesi pronti a pesanti compromessi pur di ridurre i costi.
È stato anche difficile trovare un accordo sul sistema di propulsione, costituito da motori diesel e da una turbina a gas. In gara ci sono una turbina della General Electric statunitense, realizzata con la partecipazione di Avio, e una turbina della britannica Rolls-Royce. Sembra abbia vinto il team GE-Avio, ma la Gran Bretagna sta tentando il tutto per tutto per ribaltare la scelta all’ultimo minuto.


Se a Parigi sarà annunciato l’accordo finale tra Parigi e Roma e la scelta del motore, i contratti potranno essere firmati entro il primo trimestre del 2006 varando, dopo troppi ritardi, il più importante progetto di collaborazione europea nel settore degli armamenti navali.

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