Economia

Intesa-Sanpaolo, via libera alla Superbanca

Parigi: «Ok alle nozze ma salvaguardando i nostri interessi in Italia»

Angelo Allegri

da Milano

Ci sono volute un paio d’ore per Intesa, qualche minuto in più per il Sanpaolo: i consigli di amministrazione delle due banche hanno dato ieri pomeriggio via libera alla fusione destinata e creare il primo gruppo creditizio della penisola. La nuova Superbanca sarà leader indiscussa in Italia praticamente in tutti i settori: dai rapporti con i piccoli clienti, a quelli con le aziende, fino al private banking. Le quote di mercato (nel complesso il 20%) sono superiori al 30% per quanto riguarda risparmio gestito e bancassicurazione, il 23,8% per i mutui, tra il 21 e il 22% per raccolta e impieghi. I clienti in Italia saranno più di 13 milioni, gli sportelli oltre 6mila. Tra questi un 10% potrebbe essere venduto per le sovrapposizioni che si creeranno in alcune regioni (in Lombardia, per esempio, la banca ha più di 1.400 sportelli). I punti di forza saranno il Nord ovest (23,6% del mercato), il Nord est (19%), Sud e isole (20,2%). Più limitata la presenza nel centro Italia (13,9%). All’estero il fulcro sarà l’Est Europa dove le agenzie sono 1.400 e 6 milioni i clienti.
I consigli di ieri hanno approvato anche il rapporto di concambio tra le azioni dei due gruppi. Non ci sono sorprese rispetto alle ipotesi circolate: ogni azione ordinaria del Sanpaolo (quelle privilegiate saranno convertite in ordinarie) sarà scambiata con 3,115 azioni di Banca Intesa.
Il livello fissato ha però fatto arricciare il naso ai rappresentanti del Santander nel cda del Sanpaolo: si sono riservati una settimana di tempo per ulteriori approfondimenti e hanno chiesto una verifica all’advisor Citigroup (alla riunione era presente Renato Ruggiero, vicepresidente per l’Europa della banca d’affari), pur votando come tutti gli altri a favore dell’operazione. Dopo il concambio il primo azionista sarà il Crédit Agricole con il 9,1%, seguito dalla Compagnia di Sanpaolo (7%), dalle Generali (4,9%), dalla Fondazione Cariplo (4,7%) e dal Banco Santander con il 4,2%.
Stretti i tempi ipotizzati per le nozze: tra settembre e metà novembre è prevista la messa a punto del piano di integrazione, l’approvazione dei dettagli da parte dei due consigli e il rilascio delle autorizzazioni del caso. Le assemblee straordinarie che dovranno approvare la fusione potrebbero essere in calendario per dicembre, mentre all’inizio del 2007 il nuovo gruppo dovrebbe essere realtà. Non subirà ritardi (né tantomeno ripensamenti) il processo di quotazione della controllata del Sanpaolo Eurizon. Grazie alla fusione vengono ipotizzate a regime (entro il 2009) sinergie prima delle imposte per 1,3 miliardi, con un risparmio del 9% circa sugli attuali costi aggregati. L’altra faccia della medaglia sono gli oneri «una tantum» legati all’integrazione: in tutto saranno 1,5 miliardi. L’utile netto si attesterà a 7 miliardi entro il 2009 con un crescita annua composta del 13% a partire dal dividendo per il 2005.
Per quanto riguarda il nuovo team di vertice i presidenti saranno due: Giovanni Bazoli (consiglio di sorveglianza) ed Enrico Salza (consiglio di gestione). Consigliere delegato sarà l’attuale numero uno operativo di Banca Intesa, Corrado Passera.
Due saranno anche i direttori generali: il primo (vicario) sarà il direttore generale del Sanpaolo Pietro Modiano.

L’ad del gruppo torinese, Alfonso Iozzo, entrerà nel cda.

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