da Milano
Niente Borsa per Immit, la società immobiliare resterà per il momento tra le «proprietà private» di Intesa Sanpaolo. Troppo severo il giudizio del mercato sul mondo del mattone per andare avanti. La superbanca guidata dallad Corrado Passera e diretta da Pietro Modiano ha così deciso di bloccare lofferta pubblica di vendita da 1 miliardo di Immit scattata il 26 maggio. Non sono stati sufficienti nè il premio riservato agli azionisti fedeli (la bonus share era di 1 titolo ogni 20) nè la decisione del gruppo creditizio di prolungare il collocamento di una settimana.
Immit avrebbe dovuto debuttare sul listino il 18 giugno: stando alle ricostruzioni le prenotazioni cerano ma solo nella parte bassa della forchetta indicata (2,9-3,6 euro). «Le avverse condizioni dei mercati finanziari durante il periodo di svolgimento dellofferta non hanno consentito di valorizzare pienamente la solidità della società e le sue prospettive», scrive Ca de Sass. Immit avrebbe dovuto avere una valutazione prospettica compresa tra 844 e poco più di un miliardo ma alcuni analisti erano apparsi da subito prudenti davanti a una società che custodisce un patrimonio immobiliare perlopiù occupato da uffici e filiali della stessa superbanca.
Alcune ragioni di «opportunità» avrebbero poi indotto Intesa a non inserire un titolo reso «volatile» dal mercato, a dispetto della propria solidità, nel portafoglio dei propri correntisti, cui era stato riservato il 30% dellofferta (70% agli istituzionali). Il torchio che sta stritolando limmobiliare dopo la crisi dei subprime è infatti ancora in funzione, come accade per esempio a Pirelli Re e Risanamento, entrambe trattate in Piazza Affari a sconto sul Nav.
Non per questo però Immit rinuncia definitivamente alla Borsa, loperazione è stata rimandata a un «momento di maggiore stabilità dei mercati». Lintenzione della superbanca pare infatti di ritentare prima di fine anno così da ottenere per Immit insieme allo status di Siiq i relativi vantaggi fiscali.
Ca de Sass ha poi compiuto un passo verso le famiglie italiane, offrendo con «Credito al lavoro», un check-up gratuito per la pianificazione finanziaria in tutte le filali.
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