G8 Summit

Intesa sul clima, i Grandi: "Salvare la Terra"

Via libera a una partnership globale per spingere sulle tecnologie a basso contenuto di carbone. Manca l'accordo per la riduzione delle emissioni di Co2 dell'80% entro il 2050. La Cina: "Non vincolati". Ban Ki-Moon: "Persa un'occasione unica". Apprensione in vista della conferenza di Copenhagen (ecco le tappe). In politica estera duro monito contro il regime di Ahmadinejad e i missili di Pyongyang

Intesa sul clima, i Grandi: "Salvare la Terra"

L'Aquila - Una partnership globale per spingere verso tecnologie "amiche del clima" a basso contenuto di carbone. È questa la novità più importante che emerge dall'accordo finale sul clima del Forum dei leader delle maggiori economie (Mef) approvata oggi pomeriggio al G8 dell’Aquila. Tuttavia, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon non considera poi così ambizioso l’obiettivo fissato dal G8 sul clima: "Le politiche che sono state annunciate fino ad ora non sono sufficienti. E' un imperativo morale e politico e una responsabilità storica, per il futuro dell’umanità e dello stesso pianeta Terra". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è però soddisfatto: "Stiamo continuando i lavori che nell’ultima fase hanno avuto come oggetto la preparazione della conferenza di Copenaghen".

Il nodo sul clima I leader degli Otto più Australia, Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico e Sudafrica si impegnano ad "aumentare considerevolmente" e a "coordinare investimenti pubblici nella ricerca e nello sviluppo" delle tecnologie pulite, "con l’idea di raddoppiare questo tipo di investimento entro il 2015, riconoscendo l’importanza degli investimenti privati, della partnerrship pubblico-privata e della cooperazione internazionale, compresi i centri di ricerca regionali". I principali settori di questa nuova azione sono l’efficienza energetica, l’energia solare, le reti elettriche interattive, la cattura l’uso e lo stoccaggio del carbone, i veicoli di ultima generazione, le tecnologie ad alta efficienza e bassa emissione, la bioenergia e le altre tecnologie "pulite". Il documento annuncia l’impegno a fare il punto della situazione il 15 novembre sui "piani d’azione e le road map, e per redigere raccomandazioni comuni che spingano verso i passi successivi".

L'accusa di Ban Ki-Moon Proprio sul clima sono arrivate le lamentele di Ban Ki-Moon che ha accusato i leader del G8 di aver fissato come obiettivo a lungo termine il taglio di almeno il 50 per cento delle emissioni di gas serra entro il 2050. "E' molto più importante che si trovi un accordo su quelli che sono gli obiettivi a medio termine", spiega il numero uno dell'Onu invitando gli Otto ad "assumersi la propria responsabilità nei confronti del futuro dell’umanità. Devono assumersi obiettivi coraggiosi e ambiziosi: solo allora potremmo suggellare l’accordo. Questo è il mio messaggio, di questo parlerò ai leader mondiali". Ban Ki-Moon annuncia la convocazione di un "summit il 22 settembre a Palazzo di Vetro cui saranno invitati a partecipare 'oltre 100' leader".

Obama prende tempo "C’è ancora tempo per superare le differenze con i paesi emergenti sulle riduzioni di gas nocivi prima della conferenza di Copenhagen a dicembre". Così, dopo aver presieduto i lavori del Major economies forum dedicato proprio al tema della lotta al surriscaldamento globale, Obama fa sapere che sono stati fatti "passi avanti importanti" nella lotta al cambiamento climatico e al surriscaldamento del Pianeta alla vigilia della Conferenza di Copenaghen di fine anno. Così, dopo aver ringraziato "Berlusconi per l’eccellente ospitalità sua e degli italiani tutti", il presidente americano annuncia che gli Stati Uniti "raddoppieranno i fondi a favore della ricerca e dello sviluppo" per un’economia pulita, mentre i paesi in via di sviluppo verranno sostenuti nei progetti che prevdano "un basso uso di carbonio". "La salute del nostro pianeta è a rischio, bisogna agire - conclude Obama - dobbiamo dare forma al nostro futuro e non lasciare che gli eventi lo facciano per noi".

L'opposizione di Cina e India Alla vigilia del vertice, la speranza dei leader del G8 era di poter arrivare a un accordo epocale di riduzione del 50% delle emissioni entro il 2050. Cina e India si sono, invece, opposte con decisione sostenendo la linea che l’occidente deve prima dimostrare di saper ridurre drasticamente le proprie emissioni entro il 2020 se vuole poi discutere di un accordo globale. In particolar modo la Cina ribadisce che l’accordo sui cambiamenti climatici non vincola la Cina, che ritiene fondamentale la necessità per i paesi sviluppati di prendere in considerazione "le diverse condizioni" dei paesi emergenti e in via di sviluppo.

Istituto per la cattura della Co2 Sulla lotta al cambiamento climatico "c’è stata la sorprendente e concorrente volontà anche da parte dei paesi in via di sviluppo che hanno mostrato di voler contribuire alla soluzione del problema, è questa una novità importante e positiva di questo vertice". Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, annuncia inoltre, sottolineando la coincidenza con i lavori del summit, dell’istituto globale per la cattura e il sequestro dell’anidride carbonica. Ad illustrare la missione del Global ccs institute Berlusconi chiama sul palco della conferenza stampa il premier australiano Kevin Rudd.

Si tratta di un’istituzione fondata da 22 governi, compreso quello italiano, che punterà a promuovere la ricerca e la concreta realizzazione industriale di progetti per il contenimento della produzione di Co2.

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