Invade il mercato la nuova polvere delle Filippine

È otto volte più potente della cocaina, per «sballare» basta solo un decigrammo e fino a poco tempo fa era diffusa solo all’interno della comunità filippina. Ma ora l’«ice» o lo «shaboo» sta prendendo piede anche tra i consumatori italiani. Per questo il traffico dall’Oriente sta crescendo in maniera esponenziale, come dimostrano i 78 ordini di arresto (61 effettuati con 17 soggetti ancora latitanti) disposti dalla magistratura al termine di un’inchiesta congiunta tra carabinieri e polizia.
L’operazione è stata illustrata ieri dal pm Ester Nocera, che ha indagato insieme alla collega Giuseppina Barbara, dal capo della mobile Francesco Messina e del reparto operativo Paolo Ferrarese. Gli investigatori hanno insistito sulla pericolosità della sostanza, un’anfetamina in grado di far passare fame, sonno, sete e paura e potenziare le capacità fisiche e la reattività intellettuale. La sostanza, che si presenta in cristalli tipo sale grosso, viene solitamente fumata in pipe d’acqua e fa effetto dopo un paio di boccate. A quel punto si diventa una sorta di «superman». Un consumatore che ne aveva abusato è rimasto sveglio tre giorni, un altro per sfuggire alla cattura s’è buttato fuori dalla finestra.
Un grammo di «ice» costa tra i 250 e i 300 euro al grammo ma, data la sua potenza, è sufficiente per preparare 10 dosi. Viene prodotta quasi esclusivamente nelle Filippine e da lì contrabbandata con i più diversi stratagemmi. Spesso nascosta in oggetti di uso comune, scarpe o quadri, affidati a inconsapevoli corrieri convinti di portare in Italia «regali» per gli amici.

Date le sue caratteristiche si sta affiancando alle più comuni sostanze da discoteca, cocaina o ecstasy. Tanto che tra gli arrestati ci sono anche due italiani: Angelo Tiziano Bertuzzi, di 47 anni, e Corrado Caldarella, di 41 anni, bloccati rispettivamente a Fizzonasco e a Milano.

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