«Io, azzurro della prima ora, sto con Fini»

«Io, azzurro della prima ora, sto con Fini»

C'era proprio bisogno che qualcuno lanciasse un sasso nello stagno!
L'iniziativa di Fini ha visto risvegliarsi in molti fondatori di Forza Italia, quelli della prima ora, quelli che hanno creduto nell'esigenza di un vero rinnovamento, una nuova speranza.
È la speranza di coloro che, come me, hanno partecipato ad un entusiasmante periodo storico del post tangentopoli per scendere in campo partecipando ad una sfida che vedeva la sinistra favorita nella competizione per la gestione del nostro Paese.
Abbiamo vinto quella competizione che ha portato al successo di Berlusconi, ma, dopo questa vittoria, qualcosa si è fermato, qualcosa è cambiato.
Gli ideali che nel 1994 avevano caratterizzato l'iniziativa di Forza Italia erano volti non solo a sconfiggere la sinistra ma, guardavano anche ad un forte rinnovamento del Paese, individuando alcuni obiettivi economici e sociali come la riduzione fiscale e la tutela dei diritti civili. Insomma, una Stato più liberale.
Purtroppo, dopo questa prima parte del nuovo Governo in molti facciamo nostre le perplessità di Fini. Una pressione fiscale che non accenna a diminuire. Respingimenti di massa dei clandestini che, come tali devono essere respinti, ma solo dopo un doveroso e rigoroso controllo individuale che eviti ritorsioni tali da mettere in pericolo la vita degli stessi al loro ritorno. A tale proposito l'intervista rilasciata da Gheddafi sul rimpatrio dei clandestini, deve far rabbrividire ogni vero uomo che sia per la tutela dei diritti individuali.
Dopo circa un anno e mezzo dalla nascita del nuovo Governo aspettavamo in molti qualcuno che parlasse di queste cose e invocasse più democrazia interna al Partito .Qualcuno che chiedesse un confronto vero.
Certo, non tutti sono dei leoni e, soprattutto a livello locale molti mormorano ma, poi, non le la sentono di prendere posizione pubblica.
In molti abbiamo avvertito una situazione di disagio quando, certe scelte, anziché essere discusse, venivano annunciate sui giornali. In queste occasioni qualcuno, anche tra i fondatori di Forza Italia si è defilato, altri, come l'Onorevole Mondello hanno preso strade diverse, altri ancora hanno preferito prendere una pausa di riflessione e seguire gli sviluppi della politica.
Due cose appaiono certe: la nuova coalizione Pdl è caratterizzata da una gestione esageratamente verticistica, che contrasta con lo spirito di partecipazione popolare dichiarata in occasione delle adesioni avvenute in campagna elettorale pressi i gazebo. Inoltre, i risultati della somma dei voti tra ex Fi ed ex An non raggiunge risultati vantaggiosi. Questo secondo aspetto è dimostrato dalla circostanza che,ad esempio il Liguria, il massimo risultato conseguito dal centro destra si è verificato solo in occasione della vittoria di Biasotti, quando cioè le coalizione ha superato il 50% dei consensi. Alle ultime politiche la coalizione Pdl ha vinto senza raggiungere il 50%. È risultata vincitrice perché la sinistra era divisa e perché il vero successo elettorale è stato ottenuto dalla Lega nord.
È vero che la politica necessita di uno sguardo sempre volto in avanti ma è anche vero che questa valutazione non deve essere uno stratagemma per allontanare indiscriminatamente alcuni e fare entrare altri che, magari, fino a ieri erano schierati «contro». È vero che tutti dobbiamo essere disposti ad essere messi in discussione ma, le regole dovrebbero valere per tutti.
Ecco, il richiamo di Fini ha posto l'accento su ciò di cui veramente c'è bisogno di fare all'interno della politica di Governo e all'interno del Pdl.


Sbaglia chi individua tale posizione come un tentativo di secessione. Tutto ciò deve essere letto come un'iniziativa presa nell'interesse di Silvio Berlusconi, del centro destra e del futuro del Paese.
*coordinatore regionale
di Forza Italia
dal 1994 al 2007

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