Se dovesse leggere la lista dei colleghi presenti sulle panchine di Champions, gli verrebbero sicuramente i brividi. Da Lucescu (il suo avversario di stasera) a Ferguson, da Wenger a Guardiola passando per Mourinho, il lotto è nutrito e blasonato. Ma a Vincenzo Montella - la «matricola» del gruppo - la cosa non sembra interessare: «Non conta l’età, l’importante è essere chiaro e diretto e riuscire a trasmettere alla squadra le mie idee».
Per il battesimo europeo, che avverrà nella ghiacciaia della nuovissima «Donbass Arena» (si prevede una temperatura di -12), e per cercare l’impresa di restare aggrappati alla competizione (serve vincere con un vantaggio di due reti), l’Aeroplanino si affiderà alla vecchia guardia. Ovvero alla Roma dei trionfi di Lione e Madrid, con nove undicesimi dello spartito vincente di Spalletti. E con capitan Totti, mai a segno su azione nelle campagne continentali della stagione.
Montella e il numero 10 vantano nel loro curriculum nove annate a braccetto sul campo, nelle quali sono arrivati lo scudetto, due Supercoppe italiane e una coppa Italia. «Se è più facile allenarlo o giocarci insieme? È facile in ogni caso - così il tecnico giallorosso -. Francesco ha grandi qualità tecniche e ora è anche maturato, si allena con intensità, è disponibile e accetta le scelte». Totti, al suo fianco nella saletta stampa dello stadio di Donetsk, sorride.
«Se è più esigente da compagno o da allenatore? Quando si è presentato sembrava che lo facesse da 20 anni. Potrebbe ancora giocare per come sta, ma può diventare un grande tecnico perché ha le idee chiare, è determinato, quindi lo seguiamo perché speriamo in futuro di poter rimanere insieme». Un messaggio agli americani che stanno per subentrare ai Sensi. «Avendo in casa un allenatore così, perchè non dargli fiducia?», lo spot del capitano per Vincenzino.
Che ha assistito da casa alla sciagurata partita di andata con gli ucraini. «Pagammo quei 10 minuti di follia, riuscendo però a reagire e a sfiorare il pareggio», il ricordo di Montella. Stasera vuole un copione diverso («lo Shakhtar è battibile», il suo grido di battaglia) e anche Lucescu si attende una Roma diversa.
Ma la sua squadra viaggia come un treno: 13 successi di fila, coppe comprese, in casa 18 vittorie nelle ultime 18 partite, addirittura di 53 gare e 866 giorni la serie interna senza sconfitte (che dura dal 22 ottobre 2008, quando lo Sporting Lisbona si impose ma solo per 1-0).
«Siamo qui per fare l’impresa», così il direttore operativo Montali. Anche se da Unicredit assicurano: «Il risultato non influenzerà la trattativa con gli americani», pronta a chiudersi dopo il derby con la Lazio. Al quale potrebbe assistere Tom DiBenedetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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