da Milano
Chiara Moroni, sesta per il Pdl alla Camera in Lombardia 3.
«Praticamente blindata, sì».
Donna e pure giovane, doppio successo.
«In realtà io mi sento già vecchiotta».
A 33 anni? Non se ne parla.
«Non per letà anagrafica, ma per quella politica. Sono in Parlamento dal 2001, ma faccio politica da quando avevo 16 anni, prima con i socialisti, poi in Fi».
E sulle spalle porta leredità dei valori di suo padre, Sergio.
«Mio padre si suicidò durante Tangentopoli, per urlare la propria innocenza. Da allora combatto luso politico della giustizia, luso distorto della carcerazione preventiva, voglio un Paese garantista».
Grandi battaglie, ma i giovani non rischiano di entrare in Parlamento solo per schiacciare un bottone?
«La gavetta vale per ogni mestiere. Limportante è che i giovani entrino nelle istituzioni. E in un sistema politico come il nostro che funziona per cooptazione, ben venga questa legge elettorale che, anche forzatamente, li inserisce nelle istituzioni».
Anche la «porcata» ha i suoi vantaggi.
«Entrare nelle istituzioni è il solo modo che i giovani hanno per imparare. Allinizio schiacceranno solo il bottone, poi saranno obbligati a darsi da fare».
Non sarà sbagliato il rinnovamento a tutti i costi?
«Prima di tutto contano le persone, e lesperienza degli anziani è determinante. Ma cè un intero arco anagrafico da rappresentare, e in questo senso un cambiamento generazionale è determinante».
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