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«Io canto» Polemica Rai per il baby-talent traslocato a Canale 5

RomaTi lascio una canzone, il fortunato programma di Raiuno condotto da Antonella Clerici ha un padre, Roberto Cenci. Che è uno storico regista di Mediaset dove ha lavorato, tra l’altro, per Amici, Peter Pan e da marzo, di nuovo con Paolo Bonolis, per Ciao Darwin. Ora il Biscione gli ha proposto un vantaggioso contratto di esclusiva e lui s’è trasferito di corsa a Cologno Monzese (complici anche le titubanze Rai: «Avevano deciso di non trasmettere più lo show da Sanremo senza farmi sapere nulla...») dove ha traslocato anche il programma di talent show dedicato ai ragazzi dai 7 ai 15 anni che andrà in onda, da questa sera e ogni sabato, su Canale 5 condotto da Gerry Scotti. Io canto vedrà, sotto la direzione artistica di Cenci, giovani interpreti provenienti da scuole di canto di tutta Italia, che si esibiranno dal vivo con i brani più celebri. Ma se Io canto, come ammette il suo ideatore e regista, «non si discosterà completamente dall’originale» presenta comunque delle delle novità: «I giurati potranno portare un interprete in finale anche senza il televoto e nella settima e ultima puntata il miglior giovane talento avrà la possibilità di vivere un’esperienza unica: un mese in una scuola di canto in Usa, accompagnato da David Foster, uno dei più grandi produttori musicali al mondo».
Ci sarà una giuria di qualità composta da due grandi esperti (questa sera Claudio Cecchetto e Katia Ricciarelli), e da presenze d’eccezione come Ornella Muti e Claudio Amendola. Sul palco poi saliranno ospiti che duetteranno con i piccoli artisti. In questa prima puntata sarà la volta di Albano, Francesco Renga, Marco Carta e Karima.
Insomma Mediaset ha fatto le cose in grande. E la Rai, che manderà in onda non ha gradito. «Alcuni dicono che somigli molto a Ti lascio una canzone, altri dicono che sia una copia. Vedremo, ma tendenzialmente chi guarda la tv preferisce l’originale alla copia». Così su Io canto il direttore di Raiuno, Mauro Mazza, al quale ha replicato prontamente Gerry Scotti.

«Non è solo somigliante, è “quello” - dice senza girarci attorno il conduttore, da lunedì di nuovo in onda anche con Chi vuol essere milionario - l’autore e regista, Roberto Cenci, si è portato dietro tutto il suo know how, praticamente sei mesi di audizioni fatte. Diciamo che è stata una gentilezza nei confronti della Rai cambiargli il nome».

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