Cultura e Spettacoli

«Io, clown progressista sto bene al Bagaglino»

Leo Gullotta: «Attacchiamo il potere a destra e a sinistra. Mi importa solo la correttezza»

Carla Carrera

da Roma

Negli stretti vicoli romani dove il sole non riesce a fare capolino, ragazzi e signore lo salutano con gratitudine e rispetto. Quel rispetto che Leo Gullotta chiede, anzi esige, innanzitutto come cittadino. Attore poliedrico, spazia con professionalità e serietà, da ruoli drammatici a comici, complice, oltre al mestiere, una profonda sensibilità. La sua attenzione a valori quali l’eleganza e la correttezza, il riserbo, il garbo e l’onestà intellettuale è percepita dal pubblico.
Dal suo sito Internet, lei appare un uomo coraggioso che nella vita affronta le asperità con pacatezza ma anche determinazione ...
«È così. Le asperità vanno affrontate in prima persona, cercando di capire e di ascoltare le ragioni degli altri».
Lei si è esposto su temi scomodi, come la prevenzione dell’Aids e l’omosessualità...
«Detesto il fintume, la ricerca di pedane per mostrarsi, il sopraffare con la parola. Mi inquieta chi rifiuta il confronto su temi importanti. Cerco di capire ma pochi vogliono far capire, trovo serio il confronto anche su posizioni antagoniste. La moralità, il rispetto, l’educazione, sembrano un vizio, le persone perbene non fanno notizia. Ho iniziato a lavorare a quattordici anni, ho vissuto felice nella mia famiglia, ultimo di sei figli, in un quartiere popolare, ho cercato di essere una persona corretta. Sono attento a quei valori che il presidente Ciampi ha sempre affermato con forza».
Valori che spesso in tv scompaiono...
«La tv si può spegnere, benché abbia anche grande professionalità. L’appiattimento è forte, regna la supremazia dei reality. Ma ci sono eccellenti programmi, dalla Gabanelli a Minoli a Ferrara. È una questione di serietà, alcuni confronti vanno cercati facendosi spazio come in una giungla. Desidererei dibattiti sereni, come sereno sono io».
Testimonial di varie associazioni, quando c’è da dare una mano Gullotta c’è sempre...
«Sì, con attenzione e discrezione. Purtroppo anche sul dolore c’è chi ci campa».
Lei così aperto e progressista, condivide gli sketch del Bagaglino che strizza l’occhio alla destra?
«Lavoro al Bagaglino da quasi vent’anni, ora solo per l’edizione televisiva, anche per rispetto agli spettatori che mi hanno aperto la strada al successo. Si fanno attacchi al potere, forti o blandi, a destra come a sinistra. Ma, in generale, se la scossa è venuta da comici, da clown che hanno rivelato più maturità nel raccontare i passaggi del Paese, vuol dire che la politica ha fallito. Satira e comicità hanno avuto fermi forzati ma l’allarme l’ha dato il mondo dello spettacolo. Mi rammarico che si siano tagliati fondi alla cultura, che non sono costi ma un investimento!».
Quali dei suoi personaggi, a cominciare da Leonida, ama di più?
«Non sono né questo né quello. Faccio viaggi continui, oggi una commedia, domani un dramma. Con caparbietà ho attraversato tutti i ruoli dello spettacolo, dal cinema alla fiction. Questo mio offrirsi, il pubblico lo avverte, ognuno nel lavoro è ciò che desidera essere. Baso le mie scelte sulla professionalità, sul rispetto per me stesso e per il pubblico».
Lei ha lavorato con tutti i grandi dello spettacolo...
«Sono stato fortunato, a quattordici anni ero più curioso che mosso dal sacro fuoco. Sa cosa vuol dire per un ragazzino, che è una spugna, lavorare con Scianca e Giuseppe Fava? Questa marchiatura, la serietà della persona, la qualità della vita, vengono da lì e dalla scuola. Al cinema ho avuto con tutti rapporti di amicizia. Ricordo Nanni Loy e Nino Manfredi. E poi Tornatore e Christian De Sica, compagni di lavoro straordinari».
Tornerà al teatro e al cinema con due Pirandello...
«Il teatro è come un asilo nido, avevo voglia di tornare ad una bella parola scritta. L’uomo, la bestia e la virtù debutterà all’Eliseo di Roma, nel 2007 saremo a Milano. Mentre girerò nella mia Sicilia un Liolà riveduto e corretto da Lavia. Professionalmente e umanamente mi sento fortunato perché la vita mi sorride.

Un attore deve sempre viaggiare, offrirsi e a me la vita piace tantissimo!».
Come ha festeggiato i suoi freschi sessant’anni?
«Ho fatto oltre quarant’anni di professione, proveniente da gente semplice, tutto questo per me è un sogno».

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