«Io e la mia nuova stagione»

«Io e la mia nuova stagione»

Gli avversari hanno ironizzato, in questa campagna elettorale, sul suo slogan: «La nuova stagione». Ma lei, Marta Vincenzi, candidata dell’Unione a sindaco di Genova, è andata avanti come ha sempre fatto: un rullo compressore, in piazza, negli studi televisivi, nei punti d’incontro. Insistendo a spiegare soprattutto la propria idea di «discontinuità» e, ovviamente, di «nuova stagione».
È il caso di riassumere il concetto, alla vigilia del voto?
«Con piacere. Il mio obiettivo è avviare una nuova stagione di sviluppo economico e sociale che offra alla nostra comunità nuove certezze e sia, contemporaneamente, un esempio di coesione, competitività e qualità della vita per l'intero Paese e per le realtà internazionali. In questo quadro si colloca l'idea di uno sviluppo sostenibile e duraturo, non solo legato all'andamento dell'economia, ma anche alla cultura, all'organizzazione dei saperi, all'utilizzo delle conoscenze, al diritto alla salute e al lavoro, alla mobilità, alla sicurezza, alla salvaguardia del territorio».
Progetti ambiziosi, qualcuno insinua: fin troppo.
«L’ambizione è commisurata all’importanza degli obiettivi. Il nostro programma si propone, in particolare, di elevare la qualità della vita in tutti i suoi aspetti, rafforzare le condizioni affinché le forze vitali della città possano esercitare il loro ruolo nella creazione dello sviluppo sociale ed economico, estendere i benefici a tutti i cittadini, contrastando le disparità sociali e le situazioni di emarginazione che riguardano in primo luogo gli anziani. E infine, riconoscere il ruolo dei nuovi protagonismi, con particolare attenzione alle donne e ai giovani. Per raggiungere questi obiettivi, è centrale il tema dei diritti individuali».
Il diritto alla sicurezza, però, è predominante.
«Bisogna garantire sicurezza riguardo a micro e macro criminalità come nei confronti di qualsiasi fenomeno che mette a repentaglio la vivibilità. La polizia municipale, insieme alle forze dell'ordine, devono essere presenti sul territorio, a fianco e a difesa dei cittadini».
Poi, ma non in subordine, c’è il diritto alla salute.
«Il sindaco è chiamato a promuovere il servizio sanitario collegato a quello sociale, a rendere competitivo il presidio territoriale rispetto a quello ospedaliero, la prevenzione rispetto alla cura, l'integrazione tra servizi».
Proseguiamo: il traffico è spesso nel caos.
«Viabilità, parcheggi e trasporti pubblici vanno messi in rete con un progetto di mobilità urbana ed extra urbana integrato. Considero fondamentale un miglior uso degli impianti esistenti e il completamento della metropolitana, la progettazione di tramvie, l'integrazione ferroviaria, nuovi ascensori e impianti di risalita».
Un cenno lo meriterebbero anche l’ambiente, lo smaltimento dei rifiuti.
«Bisogna elaborare un Regolamento del verde pubblico e privato, ripensare le modalità di gestione dei parchi, riconoscere la funzione sociale dei giardini attrezzati. E inoltre: propongo la riduzione della quantità dei rifiuti massimizzando la raccolta differenziata, affrontando il tema delle scelte tecnologiche più sicure e innovative con cui realizzare l'impianto finale del ciclo dei rifiuti».
Chiudiamo col problema dei problemi, l’occupazione.


«Genova deve scegliere il suo sviluppo determinando la sua vocazione strategica per le future generazioni, riappropriandosi del ruolo di capitale del mare in quanto nodo strategico della logistica europea nel Mediterraneo. In questo ambito, riguardo all’occupazione, mi limito a sottolineare ancora una volta che la via da percorrere è quella della crescita della qualità del sistema produttivo e delle opportunità».

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