Roma - Pronto, Valter Lavitola?
«Eccomi, sono all’estero, appena sceso dall’aereo».
Ai Caraibi?
«No, in Francia, per un week end con mia moglie».
Ha saputo che i finiani e Repubblica la indicano come il “pataccaro”?
«Me l’hanno detto... Una sciocchezza tale che appena l’ho sentito mi sono messo a ridere».
Una bufala?
«Totale. Mi hanno riferito quello che ha detto Bocchino di me da Santoro».
Dice che hanno fatto delle indagini, e la presunta «patacca» sarebbe stata confezionata da lei.
«Non ho assolutamente idea di come facciano a dire una cosa del genere. Italo è stato scorretto, lo conosco da quando eravamo ragazzi, mi aspettavo che prima di accusarmi mi chiamasse almeno. Domani (oggi, ndr) voglio vedere, sono pronto a querelare».
Bocchino si stupiva che lei fosse con Berlusconi in un recente viaggio in Sudamerica.
«Non ho accompagnato Berlusconi. Mi trovavo in Brasile, dove sto avviando un’attività, e Berlusconi arrivava lì in quei giorni. È normale che io sia andato ben volentieri agli incontri organizzati dal premier».
Anche lì venne fuori il suo nome, per una festa con ballerine a San Paolo.
«Certo, e anche lì tanta disinformazione. C’erano delle ballerine ma anche un sacco di altre persone, una festa normalissima che però è stata raccontata con morbosità e falsità».
Ma lei che spiegazione si dà del fatto che la tirino in ballo per il documento di Saint Lucia?
«Nessuna, bisognerebbe chiedere a Bocchino.
É stato ai Caraibi per indagare?
«No, ho sguinzagliato free lance. Ma il giornale di Santo Domingo mi ha battuto sul tempo. Ci sarei arrivato io allo scoop».
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