Da domani Mario Beretta sarà in ritiro a Tarvisio, con il Lecce. È alla quinta avventura in A: esonerato dal Chievo a tre giornate dalla fine (forse sarebbe riuscito a salvarsi anche lui), salvezze da urlo a Parma e a Siena (due, lultima larghissima). Con Mourinho, che proprio non ha mai toccato un pallone, è lunico allenatore di A non ex calciatore.
Beretta, ha sentito la battuta del nuovo tecnico dellInter? Il suo odontotecnico è bravissimo e non ha mai avuto mal di denti...
«Ha parlato di Sacchi, Arrigo almeno in seconda categoria aveva giocato. Io a 18 anni debuttai in serie D, quando ancora non cera la C2. Nella Pro Sesto, facevo il centrocampista, poche presenze e giù in Promozione. A 22 anni ero in Seconda Categoria, ho smesso. Ormai era solo un divertimento, mi infortunavo spesso e avevo cominciato l'Isef, ogni stop mi dava problemi con lo studio. Per giocare ho speso, anzichè essere pagato, cera solo un rimborso spese».
È stato ostacolato dal fatto di non avere un passato da giocatore?
«Silvio Baldini, che devessersi fermato proprio fra i dilettanti, e Zeman sono come me. Non esistono controindicazioni. Mourinho è partito come secondo, al Porto, ha fatto benissimo, anche al Chelsea, insomma è allInter non per caso. Sul piano statistico sono nettamente di più gli ex giocatori fra i tecnici, non c'è però una regola scritta. Lunica differenza sta nella gavetta: un ex campione la accorcia, se ottiene subito risultati (come Mancini, ndr)».
La sua è stata infinita.
«Tutte le categorie giovanili, due non esistono neppure più: Pulcini, Debuttanti, Esordienti, Cadetti, Giovanissimi, Allievi, Berretti, Primavera. Fra i dilettanti ho cominciato da preparatore atletico in Prima Categoria, poi sono salito in serie D, un anno di C2, sei di C1, due di B e adesso sono qua. Il settore giovanile è un modo per farsi conoscere e apprezzare».
Attorno al suo nome ha mai notato scetticismo?
«No, neppure pregiudizi. Sono uno che si fa sempre gli affari propri, anche in questo caso non voglio stare nè con Mourinho nè con Ancelotti. Ciascuno cerca di migliorarsi, cosa cambia se non è stato un grande o neanche un buon giocatore?».
Che squadra tiene?
«Il Milan. Per questo mi sono preso insulti quando con il Siena abbiamo pareggiato a San Siro contro lInter, alla penultima di campionato. Adesso prevale il professionista sulla squadra del cuore».
Mourinho prima delle partite consegna a ciascun calciatore un dossier sullavversario perchè lo studi...
«La nostra generazione di allenatori è per l'organizzazione del lavoro, in campo e fuori. Nellultimo mese della scorsa stagione io consegnavo un dvd di soli 3 minuti a ciascun giocatore del Siena, perchè sul pc guardasse i movimenti dellavversario diretto».
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