Politica

«Io, come Lady D Volevo suicidarmi per colpa di Paul»

Heather Mills, ex McCartney, accusa il marito: «Non mi ha mai protetta» E ha un nastro che può distruggerlo

Non bastava la signora Ono, adesso anche miss Mills. John Winston Lennon è morto, pure George Harrison, di Ritchie Starkey al secolo Starr (Ringo) si segnalano rare apparizioni, ma di Macca, sir Paul McCartney, si ascolta, si dice, si scrive di tutto e di più. Parole e pensieri della sua consorte, seconda dopo l’eterea Linda Eastman. Lady Heather Mills, biondissima ma poco levissima anzi, ha gli occhi di fuoco e la voce che strilla davanti alle telecamere delle televisioni inglesi e americane. Si è sfogata, secondo usi e costumi delle donne tradite e/o traditrici: «Ho pensato di uccidermi, per proteggere mia figlia Beatrice che ogni giorno rischia la vita con me. Paul ha mancato i suoi impegni nei miei confronti, nei nostri. Doveva proteggermi da questa lapidazione quotidiana dei media. Mi trattano come hanno trattato lady Diana, come trattano miss McCann (la madre della piccola Maddie, scomparsa in Portogallo ndr). Ma che Paese è mai diventato questo? Spazzatura». I paragoni sono un po’ eccessivi, considerate le circostanze, il censo, le storie umane e di cronaca nera.
Qui balla un divorzio, qui ballano denari e tanti. Venticinque milioni di sterline, in euro 38 milioni, non bastano all’ex porno star per chiamarsi da parte: «Nooo, non volevo un penny, non di questo abbiamo parlato in tribunale mentre voi scrivevate e parlavate di dieci, cinquanta, cento milioni. Dite che sto pensando di vendere la storia a un giornale, di scrivere un libro per fare soldi. Lo avrei già fatto, ho un milione e mezzo di sterline come debiti con gli avvocati. Nooo, penso alla mia vita, a Beatrice».
Può anche darsi, i soldi non sono tutto, quando si va a nozze con uno dei quattro Beatles, ad esempio, una può immaginare di starsene a casa a preparare il pudding, il the alle cinque e il Times da leggere sulla sedia a dondolo, con la coperta sulle gambe, davanti al caminetto mentre il gentleman, con un bicchiere di whisky in mano, ronfa che è un piacere. Poi scopri un’altra vita, la dimora non è un monolocale ma consta di disparati metri quadrati con annesso parco, piscina, maneggio, anzi le case sono più di una, dislocate qua e là per il mondo, vai in tournée, viaggi in top class, entri in sala di registrazione, concedi quattromila interviste, ascolti musica a sbafo dallo stesso cantante in diretta privata, conosci gente di ogni tipo. Heather Mills che gli inglesi, e non soltanto, hanno scoperto reduce da un altro tipo di vita, set cinematografici hard, scene lesbo, videocassette da non proiettare nelle serate con gli amici (qualcosa di simile è tuttavia accaduto a gente illustre del nostro bel Paese, ndr), miss Mills, dicevo, però si è spinta oltre. Dunque la signora un anno fa tentò il suicidio e di questo informò Paul avendone come risposta un soave e nobiliare (è un sir o non è un baronetto?) «non ti preoccupare ci penso io». La promessa non è stata realizzata, così sostiene, furente, la bionda ribattezzata «Mucca», l’aggettivo mucky, sporco, distorto per fare eco a Macca: «Lui non ha fatto nulla, non mi ha protetto, sette anni e mezzo di amore sono andati in fumo, oggi continuo ad amarlo perchè c’è di mezzo una figlia ma non sono più innamorata di lui».
Non si è fermata allo sfogo, però, la dolcissima Heather. In questi ultimi due anni ha registrato tutte le conversazioni private tra lei e il marito, le ha messe in cassaforte ed è pronta a sbobinare il tutto per far saltare in aria uno degli uomini più ricchi del Regno Unito. Secondo indiscrezioni e voci made in England, sir Paul McCartney avrebbe confessato di fare uso e abuso di alcol e di cannabis, fin qui non ci sarebbe nulla di strano in confronto alle sbronze colossali e agli acidi di ogni tipo assunti all’epoca dei Fab Four di cui si trova riscontro nel librone (seicento pagine) di Bob Spitz «The Beatles la vera storia». Ma l’aspetto più sconcertante e volgare della vicenda sta nel ricatto che lady Mills ha messo in piedi: «Paul mi parlava di quando picchiava, almeno due volte gli capitò, la moglie Linda e poi ci siamo raccontati le nostre esperienze sessuali, le avventure, le posizioni, tutto quello che riguarda la vita privata. Perchè l’ho fatto? Elementare, perchè senza quei nastri nessuno crederebbe mai a quello che andrò a dire. Non ne posso più, non voglio finire all’inferno. Sul mio conto sono state dette cose di una cattiveria incredibile, ho contato quattromilaequattrocento articoli».
Sui conti la miss ci sa fare. Faccio io un esempio del cinismo inglese: Jonathan Ross è il presentatore di un varietà tv in cui si tratta e si maltratta, come dalle nostre parti, un po’ di tutto. Bene, anzi male; in una scenetta lo stesso Ross ha insinuato che Haether Mills sia così bugiarda che un giorno si scoprirà che non è affatto handicappata ma ha tutte e due le gambe, pure sanissime. In verità miss Mills ha perduto parte della gamba destra (dal ginocchio in giù) in un incidente motociclistico nel 1993. L’handicap non l’ha condizionata più di tanto, la stessa Mills ha partecipato, come danceuse, a «Ballando sotto le stelle», edizione americana, ha incantato con le sue movenze erotiche sir Paul in quella serata organizzata dal Daily Mirror, la prima volta, un colpo di fulmine. McCartney, dopo il lutto per la scomparsa di Linda, ritrovò la luce con quella ragazza così bella, sensuale, impegnata nel sociale e nella lotta, come lady Diana, alle mine antiuomo. Addirittura fu candidata al Nobel, dopo aver ricevuto riconoscimenti dal Times, dal governo Major, dalla camera di commercio inglese. In ginocchio da lei, in cima all’Empire State Building, come King Kong innamorato di Ann, Paul le chiese la mano, cosa che si realizzò in un castello irlandese, Leslie, previo pagamento di due milioni di sterline per la cerimonia e tre milioni per l’abitino nuziale cucito da due sarte (e che sarte) londinesi. Si narra, però, che durante il fidanzamento la stessa Mills fece capire di che pasta fosse fatta: gettò fuori dalla finestra dell’albergo di Miami dove i due trascorrevano notti d’amore, l’anello di fidanzamento, robetta di diamanti e zaffiri, un mutuo da mezzo milione di sterline. Paul in love la perdonò, così come la difese quando Geoff Baker, agente storico di Macca, rassegnò le dimissioni non potendo sopportare le bizzarrie della signora. Adesso tutti vogliono sapere se la cassaforte esista davvero, se i nastri consegneranno la voce di Paul McCartney senza melodie, chitarre e batteria. Al baronetto verrebbe voglia di cantare «Help».

E la sua ex signora «Hello, goodbye».

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